L’Algeria ha richiamato, ieri, “per consultazioni” il suo ambasciatore in Francia per protestare contro l’”esfiltrazione illegale”, attraverso la Tunisia, dell’attivista di opposizione franco-algerina Amira Bouraoui. L’ambasciatore Said Moussi è stato richiamato con effetto immediato dal presidente Abdelmadjid Tebboune.
Arrestata venerdì in Tunisia da dove rischiava di essere deportata in Algeria, l’attivista politica e opinionista Amira Bouraoui è riuscita finalmente a imbarcarsi lunedì sera su un volo per la Francia. Nella sua nota ufficiale alle autorità francesi, Algeri ha espresso la ferma condanna dell’Algeria per la violazione della sovranità nazionale da parte del personale diplomatico, consolare e di sicurezza dello Stato francese.
Amira Bouraoui era stata arrestata dalla polizia tunisina mentre cercava di imbarcarsi su un aereo diretto in Francia, con il suo passaporto francese. Un giudice l’ha rilasciata lunedì, ma è stata portata via dalla polizia tunisina prima di essere posta sotto la protezione del consolato francese a Tunisi. Secondo il quotidiano francese Le Monde, è stata accolta per alcune ore presso l’ambasciata francese prima di ottenere dal presidente tunisino Kais Saied l’autorizzazione a rientrare in Francia.
Mercoledì mattina, il quotidiano governativo El Moudjahid aveva denunciato, in un editoriale, un atto molto ostile nei confronti di Algeria e Tunisia.
Dopo un periodo di tensioni nell’autunno del 2021, Parigi e Algeri avevano sigillato un riscaldamento delle loro relazioni durante un viaggio del presidente francese ad Algeri lo scorso agosto. Tebboune dovrebbe inoltre recarsi in Francia a maggio, secondo fonti giornalistiche francesi. Tuttavia, questo nuovo sviluppo crea riserve sull’agenda diplomatica tra i due Paesi.
Amira Bouraoui, medico di formazione, di 46 anni, si è fatta un nome nel 2014 con il suo coinvolgimento nel movimento Barakat, che ha condotto una campagna contro il quarto mandato del defunto presidente, Abdelaziz Bouteflika. Ha tentato più volte di lasciare l’Algeria negli ultimi mesi per visitare il figlio che vive in Francia, ma invano, secondo il sito dell’emittente privata algerina radio M, dove da settembre conduce un programma politico.
Amira Bouraoui ha ringraziato tutti coloro che hanno fatto in modo che (lei) non si ritrovasse un’altra volta dietro le sbarre, mercoledì sulla sua pagina Facebook, citando le Ong Amnesty International e Human Rights Watch (Hrw), i giornalisti e il personale consolare della Francia Ambasciata in Tunisia. Ha assicurato che la sua partenza per la Francia non è un esilio e che tornerà molto presto in Algeria.
Secondo L’Express, ieri sera, i media algerini hanno annunciato l’arresto di Mustapha Bendjama, caporedattore del quotidiano Le Provincial ad Annaba (est), non lontano dal confine con la Tunisia. Prima del suo arresto, ha raccontato ai colleghi di essere stato preventivamente contattato dalla polizia chiedendogli informazioni sull’uscita dal territorio di Amira Bouraoui, e di aver detto loro di non avere nulla a che fare con questa vicenda.