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Di Federico Pani – Centro studi AMIStaDeS
Il sipario è calato su Parigi 2024, un’Olimpiade in cui l’Africa ha registrato un miglioramento rispetto alle sue prestazioni di Tokyo 2020. Il buon successo in alcune discipline (ginnastica artistica e nuoto su tutte) non deve distogliere l’attenzione da sfide strutturali che continuano a frenare un certo andamento dello sport nel continente. Il finanziamento delle strutture e il supporto per gli atleti, la fuga dei talenti verso altri Paesi, rendono il percorso in salita per l’Africa, desiderosa di fare grandi progressi nei prossimi quattro anni prima dell’appuntamento di Los Angeles 2028.
Gli atleti africani si sono contraddistinti alle Olimpiadi di Parigi 2024, dalla ginnastica artistica alla scherma. Il continente ha vinto un totale di 39 medaglie: 13 ori, 12 argenti e 14 bronzi, distribuite in 12 nazioni. Il Kenya ha dominato tra i Paesi africani con 11 piazzamenti sul podio. L’Africa ha vinto le sue medaglie a Parigi 2024, con 24 affermazioni nell’atletica, tre nel taekwondo, due nella scherma, nel pugilato e nel nuoto e una nella ginnastica artistica, nel calcio, nel pentathlon moderno, nella mountain bike, nel rugby a sette e nel sollevamento pesi.
La prima medaglia del continente a Parigi 2024 è arrivata il primo giorno nel rugby a sette, con la conquista del bronzo maschile del Sudafrica dopo aver battuto l’Australia nella cornice dello Stade de France. Tra le vittorie più significative emerge Kaylia Nemour, ginnasta algerina che ha trionfato alle parallele asimmetriche, diventando la prima africana a vincere un oro olimpico nella ginnastica artistica, nonostante la concorrenza di atlete del calibro di Simone Biles e Rebeca Andrade.
Un’altra campionessa olimpica africana di spicco è stata la sudafricana Tatjana Smith, alla sua ultima Olimpiade. La nuotatrice 27enne di Pretoria ha vinto l’oro nei 100 m rana femminili prima e ha poi aggiunto al proprio palmares una medaglia d’argento nei 200 m rana.
La scherma vanta invece il nome di Mahmoud Elsayad dall’Egitto, con la vittoria del bronzo nella spada individuale maschile e quello di Fares Ferjani per la Tunisia per la vittoria dell’argento nella sciabola individuale maschile.
Anche negli sport a squadre gli africani hanno dimostrato la loro forza sulla scena mondiale. Nel calcio, la partita per la medaglia di bronzo maschile è stato un affare tutto africano tra Marocco ed Egitto. Nel basket maschile protagonista è stata la squadra del Sudan del Sud, che con il debutto olimpico a Parigi 2024, ha vinto la sua prima partita in assoluto sconfiggendo Porto Rico.
Come può l’Africa migliorare le sue prestazioni per Los Angeles 2028?
Se è vero che i successi ottenuti dall’Africa alle Olimpiadi di Parigi 2024 sono motivo di ottimismo per il futuro dello sport nel continente, è altrettanto doveroso ricordare che questi non devono nascondere le criticità che continuano a penalizzare alcune nazioni africane.
Tra i principali ostacoli vi sono il finanziamento delle strutture e il supporto per gli atleti, aspetti in cui il divario con alcune grandi potenze sportive è ancora marcato. Un esempio lampante è il caso del Team GB (Gran Bretagna e Irlanda del Nord), che ha ricevuto oltre 245 milioni di sterline per il ciclo olimpico, una cifra impensabile per molte nazioni africane. “I governi dovrebbero stanziare fondi”, ha detto alla BBC Sport Africa il giocatore di badminton nigeriano Anuoluwapo Juwon Opeyori. “Una strategia”- ha proseguito- “sarebbe quella di coinvolgere o consigliare il settore privato a supportare gli atleti”.
Uno dei Paesi che ha cercato di muoversi maggiormente è stato l’Egitto. Malgrado gli sforzi, gli egiziani hanno però vinto solo due medaglie a Parigi 2024: l’oro nel pentathlon moderno maschile e l’argento nel sollevamento pesi femminile. Il paese nordafricano ha infatti speso miliardi di dollari per costruire complessi sportivi, in parte in vista di una candidatura per ospitare le Olimpiadi nel 2036 o nel 2040. L’Egitto punta inoltre sul fatto che ospiterà la prossima edizione dei Giochi africani nel 2027, nell’auspicio che potrà usare le sue nuove strutture per sviluppare una generazione di aspiranti alla medaglia.
Ai progetti di grandeur egiziani si aggiungono le strategie di altri Paesi che cercano, ad esempio, di concentrarsi su una disciplina specifica. È il caso del Botswana che ha vinto la sua seconda medaglia consecutiva nella staffetta maschile 4x400m a Parigi (Sudafrica e Zambia erano inoltre presenti in quella finale), con il campione dei 200m Letsile Tebogo che si è assicurato il primo oro in assoluto del paese. “Per noi è un risultato straordinario. Ispirerà gli atleti in generale”, ha dichiarato l’allenatore di atletica del Botswana Justice Dipeba a BBC Sport Africa. Dipeba ha sottolineato che “il successo non è stato casuale, ma frutto di anni di lavoro e pianificazione”. Il Botswana ha iniziato a sviluppare il suo programma per la staffetta 4x400m già a partire da Rio 2016, dove la squadra si è classificata quinta in finale. Da allora, sono seguiti il bronzo a Tokyo 2020, le vittorie ai Giochi del Commonwealth nel 2022 e il trionfo nelle staffette mondiali lo scorso maggio.
Con alcuni sport di squadra difficili da padroneggiare e notoriamente imprevedibili, la specializzazione rappresenterà dunque un’opzione per migliorare le prestazioni.
Una strategia su cui potrà concentrarsi anche la Nigeria, la nazione più popolosa dell’Africa che ha lasciato Parigi senza una medaglia. Negli ultimi 60 anni la Nigeria è tornata a casa da cinque edizioni delle Olimpiadi a mani vuote: Città del Messico 1968, Mosca 1980, Seul 1988, Londra 2012 e Parigi 2024 e ha vinto l’oro per l’ultima volta a Sydney 2000. Il ministro per lo sviluppo sportivo del paese, John Owan Enoh, ha espresso che la prestazione è stata inferiore a “obiettivi, aspettative e speranze dei nigeriani”.
Ad aggravare la situazione per la Nigeria c’è stato il caso di Annette Echikunwoke, lanciatrice di martello che avrebbe dovuto rappresentare il Paese a Tokyo 2020 ma che, a causa di un errore amministrativo, fu dichiarata non idonea. Passata a competere per gli Stati Uniti, ha vinto uno storico argento a Parigi. Un destino simile è toccato alla maratoneta etiope Sifan Hassan, che ha conquistato sei medaglie olimpiche per i Paesi Bassi dopo aver chiesto asilo, e alla pugile Cindy Ngamba, originaria del Camerun, che ha vinto la prima medaglia per la squadra dei rifugiati.
Nel prossimo futuro, il continente dovrà cercare di tamponare la fuga di talenti verso altri Paesi. Sulla base di queste considerazioni, potrebbe rivelarsi difficile per i Paesi africani fare grandi progressi nei prossimi quattro anni prima di Los Angeles 2028. In tutta l’Africa le sfide più grandi rimangono la formazione, il supporto e la realizzazione del potenziale degli atleti, fondamentali per mantenere i talenti e realizzare il potenziale di ciascuno.