Centrafrica, ancora tensione tra Tamoil e il governo

di claudia
Impianto petrolifero in Libia

di Andrea Spinelli Barrile

Il direttore di Tamoil in Repubblica centrafricana, Clovis Kape, è stato interrogato mercoledì presso la sezione Ricerca e investigazione della gendarmeria nazionale centrafricana. Lo riporta Africa intelligence. Il ministero dell’Energia centrafricano lo accusa di incitamento al disordine pubblico. La compagnia petrolifera francese è al centro della bufera da quando il governo centrafricano la accusa di non assicurare un rifornimento adeguato delle sue stazioni di servizio, cosa che starebbe causando da oltre un mese “importanti danni economici, finanziari e sociali” alla Repubblica centrafricana, dove la carenza di carburante è un problema diffuso.

A maggio il ministro degli Idrocarburi Arthur Bertrand Piri aveva inflitto a Tamoil una multa di 200 milioni di franchi (300.000 euro circa) e il 5 giugno il ministero dello Sviluppo delle risorse energetiche e idriche ha annunciato di aver requisito sei delle 11 stazioni di servizio di Tamoil a Bangui, annunciando inoltre di averne affidato la gestione, per 45 giorni, a dirigenti pubblici.

La tensione tra Tamoil e il governo centrafricano va avanti sin dal giorno in cui la compagnia TransAfricaMarketOil (Tamoil appunto) ha rilevato le attività di TotalEnergies, ad agosto 2023. Non appena Tamoil si è stabilita nel Paese il governo centrafricano ha chiesto all’azienda il saldo del debito precedentemente accumulato da Total, oltre 2 miliardi di franchi (3,2 milioni di euro circa), debiti fiscali accumulati tra maggio e agosto dell’anno scorso da Total e il ministero dell’Energia centrafricano annunciò, il 13 ottobre 2023, la sospensione delle operazioni doganali (ossia le forniture) all’ex-Total Centrafrique, fino a saldo avvenuto. Tamoil, che nell’acquisizione ha rilevato attività e passività di Total, ha tuttavia evidenziato come i debiti dello Stato centrafricano verso la compagnia francese fossero “di gran lunga superiori”.

Per tutta risposta, il governo di Bangui rispose che Tamoil operava in regime di illegalità, non avendo richiesto l’autorizzazione necessaria all’importazione e alla distribuzione dei prodotti petroliferi, e chiese a Tamoil 1,8 milioni di euro, tra multe e quote dell’acquisizione di Total.

Nei giorni successivi il governo centrafricano prese contatto con Neptune Oil, società camerunese filiale di un broker chiamato Optima Energy, che ha ottenuto un contratto in regime di esclusiva per l’importazione di prodotti petroliferi (benzina e diesel) in Repubblica centrafricana, importazione che avviene tramite gomma via Douala, mediante autocisterne. Il 6 giugno scorso Neptune ha chiarito che Tamoil non è responsabile della penuria di carburante perché non è direttamente responsabile né delle importazioni né della logistica. Dai primi di maggio la situazione si è aggravata, con deficit di forniture anche per il carburante diesel necessario ai generatori di corrente.

L’interrogatorio di Kape si sarebbe concentrato su un nuovo capitolo di questa lunga saga petrolifera, riguardante il kerosene per gli aerei, anch’esso carente.

(foto simbolica)

Condividi

Altre letture correlate: