Sono in crescita i casi di stupro di guerra e di violenza di genere in Repubblica Centrafricana. Secondo un recente rapporto delle Nazioni unite dal 2020 questo genere di crimini sono passati da circa 9.200 casi segnalati a 25.500. I finanziamenti internazionali per il Paese, anche per il contrasto alla violenza di genere, sono diminuiti e la violenza di genere ha ricevuto sempre minor sostegno: secondo le Nazioni Unite, la richiesta umanitaria di circa 14 milioni di dollari ha ricevuto meno del 15% della somma totale.
L’Associated press ha riportato, in alcune interviste recenti, diversi casi di violenza di genere, casi perpetrati secondo le accuse sia da miliziani che da mercenari del gruppo russo Wagner, ma anche da caschi blu delle Nazioni Unite, che tuttavia negano di essere coinvolti in casi giudiziari di natura sessuale in Repubblica Centrafricana.
Il problema è che a causa dello stigma che spesso le vittime di violenze subiscono da parte delle loro stesse comunità di appartenenza, lo stupro e la violenza di genere difficilmente vengono denunciati.
La Repubblica Centrafricana è in conflitto dal 2013, quando i ribelli presero il potere e costrinsero il presidente a dimettersi. Un accordo di pace del 2019 tra ribelli e milizie prevalentemente cristiane non ha fatto altro che diminuire i combattimenti e sei dei 14 gruppi armati che hanno firmato in seguito hanno abbandonato l’accordo. Attualmente nel Paese ci sono gli uomini del Wagner, una missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e le truppe ruandesi.