Scontri molto pesanti durati molte ore tra gli anti-balaka e le forze Onu della Minusca, che ha utilizzati blindati, armi di grosso calibro ed elicotteri d’attacco, si sono verificati a Bangui, capitale della Repubblica Centrafrica, tra il 29 e il 30 settembre.
Lo riferiscono all’Agenzia Fides fonti locali, che sottolineano che i Caschi Blu hanno avuto difficoltà a “disarmare un nemico che si nasconde tra le case, in un dedalo di viuzze del tutto inaccessibili alle vetture, ancor meno ai blindati. Comunque, alla fine la Minusca è riuscita nel suo intento, ha liberato le strade e ne ha mantenuto uno stretto controllo. Si lamenta tuttavia un numero imprecisato di morti, di feriti e di abitazioni incendiate, tra la popolazione civile”.
La giornata del 30 settembre è stata caratterizzata dalla mancata partecipazione popolare alla manifestazione di protesta indetta da quanti vogliono recuperare a fini politici gli incidenti di sabato, chiedendo la partenza delle forze armate francesi, la restaurazione del disciolto esercito nazionale e le dimissioni delle Autorità della Transizione. In realtà solo poche centinaia di persone si sono riunite al punto convenuto, Place des Martyrs, e dopo un’ora di inutile attesa, gli organizzatori hanno rinviato la manifestazione adducendo la scusa che si erano infiltrati degli agitatori e dei miliziani in un corteo che si voleva non-violento.
Il resto della giornata, come anche la notte scorsa, è stato abbastanza tranquillo, anche se il clima restava estremamente teso, tanto che nei quartieri meno interessati dalla presenza degli anti-balaka la vita ha ripreso, qualche negozio ha riaperto, sono comparsi i venditori ambulanti ai bordi delle strade, anche qualche rara vettura ha circolato.
Alle 15 sono rientrati nella Capitale, provenienti da New York, sia la Presidente della Transizione, Catherine Samba Panza, sia il Capo della Minusca, Parfait Onanga-Anyanga.
Subito dopo gli “anti-balaka”, che erano stati costretti alla ritirata la sera precedente, hanno ripreso l’iniziativa, attaccando prima la sede del Consiglio Nazionale della Transizione (il parlamento locale), che si trova vicino al quartiere che è la loro roccaforte, e poi, una volta respinti dalle forze di sicurezza poste a loro difesa, sembra si siano scatenati contro la vicina sede del Programma Alimentare Mondiale, un’altra Ong sanitaria e una grossa stazione di servizio della Total, saccheggiandole.
Secondo le fonti di Fides “risulta evidente che la popolazione non è interessata a destabilizzare le istituzioni. Resta invece il problema – che toccherà alla Presidente, ora che è rientrata – di riannodare il dialogo con la parte più dialogante degli ‘anti-balaka’ per ottenere che rinuncino alle loro mire destabilizzatrici e si preparino piuttosto alla competizione elettorale”.
“Sembra quindi allontanarsi il rischio di un rovesciamento delle istituzioni, ma l’ordine pubblico è lungi dall’essere assicurato” concludono le fonti. (02/10/2015 Fonte: Fides)
Centrafrica – Duri scontri tra caschi blu e anti-balaka
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