Centrafrica, il dialogo di riconciliazione si conclude con seicento raccomandazioni

di claudia
Faustin Archange Touadéra 

Il dialogo di riconciliazione in Centrafrica si è concluso a Bangui con più di 600 raccomandazioni proposte dai 450 partecipanti che, dal 21 al 27 marzo, hanno preso parte ai lavori svoltisi nei locali dell’Assemblea nazionale.

Le raccomandazioni mantenute alla fine degli incontri sono abbastanza generali. Come riferisce la stampa locale, includono la revisione degli accordi bilaterali e multilaterali, il rafforzamento dell’esercito, la riforma delle istituzioni elettorali e la ricerca di nuove entrate per le finanze pubbliche. Per verificare l’applicazione di queste misure, il dialogo propone la creazione di un organo di controllo collegato alla presidenza, ma senza precisare un calendario.

Tra le misure più contestate in fase di dialogo quella relativa alla modifica della costituzione per aprire la possibilità al presidente Faustin Archange Touadéra di candidarsi per un terzo mandato. Proposta che la società civile ha rifiutato fermamente minacciando anche di ritirarsi dal dialogo. Alla fine, la questione è stata rinviata alla presidenza e all’Assemblea Nazionale.

Nel suo discorso di chiusura, il presidente centrafricano Faustin Archange Touadéra ha sottolineato che “il dialogo repubblicano ha raggiunto i suoi obiettivi”, aggiungendo che “gli scettici e i fatalisti impareranno molte lezioni” dall’incontro di Bangui. Il presidente centrafricano ha detto che il lavoro è stato caratterizzato da “franchezza, cortesia e tolleranza” per raggiungere le raccomandazioni fatte.

Secondo Maitre Crépin Mboli-Goumba, presidente del partito di opposizione Patrie (Partito africano per la trasformazione radicale e l’integrazione degli Stati), invece, l’incontro di una settimana è finito senza alcun progresso concreto. I gruppi politico-armati e i principali partiti di opposizione non hanno partecipato al dialogo repubblicano. 

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