Centrafrica in preda a crisi prolungata e complessa

di Valentina Milani

Di Valentina Giulia Milani

Dal colpo di Stato del 2013, la Repubblica Centrafricana (Rca) è in preda a una crisi prolungata e complessa. Nonostante le speranze suscitate dagli accordi di pace del febbraio 2019, che avrebbero dovuto promuovere il dialogo tra il governo e i vari gruppi armati, la situazione si è deteriorata nel corso del 2020, in particolare durante il processo elettorale di dicembre, che ha provocato una nuova crisi politico-militare.

Le conseguenze umanitarie di questi anni di conflitto sono estremamente preoccupanti, “per non dire catastrofiche, per il numero crescente di persone colpite”. A ciò si aggiungono i disastri ambientali come le inondazioni cicliche e la siccità, aggravati dal cambiamento climatico globale. Anche la pandemia da Covid-19, dalla primavera del 2020, ha contribuito ad approfondire e complicare alcune esigenze.

A fare il punto della situazione sono il Gruppo di coordinamento inter-cluster (Iccg) dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) e il Gruppo di lavoro per la gestione e la valutazione delle informazioni (Imawg), che hanno condotto per il terzo anno consecutivo una valutazione multisettoriale dei bisogni (Msna) in Centrafrica.

Lo studio dimostra che la crisi prolungata in Centrafrica, nell’ultimo decennio, con frequenti shock e interruzione dei servizi di base servizi, spiega in gran parte i tassi estremamente alti di di famiglie in stato di bisogno multisettoriale in tutto il Paese (tra il 95% e il 100% a seconda della prefettura).

Secondo la ricerca il settore sanitario presenta il più alto tasso di famiglie in grave stato di necessità. La mancanza di infrastrutture sanitarie così come i mezzi limitati per farli funzionare contribuiscono ad aumentare i bisgoni, soprattutto nelle aree remote.
In tutto il Paese, tra ra l’81% e il 97% delle famiglie ha un deficit in termini di tenore di vita nel settore della sanità. Le cinque prefetture più colpite sono Nana-Gribizi (97%), Haute-Kotto (95%), Nana-Mambéré (94%), Bangui (94%) e Basse-Kotto (93%).

Anche l’insicurezza alimentare si sta rivelando una tendenza importante nel Paese. Lo dimostrava già il quadro armonizzato (Ipc/Ch) realizzato nel settembre 2021. A livello nazionale, tra i gli shock subiti dalle famiglie nei vari gruppi di popolazione, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari è citato più frequentemente.

Inoltre, rispetto agli anni precedenti (2019, 2020), la percentuale di famiglie che utilizzano una strategia di emergenza è aumentata di circa il 50%.

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