Centrafrica, la carenza di carburante ostacola l’assistenza umanitaria

di claudia
benzina

La crescente mancanza di carburante in Centrafrica, aggravata dalla guerra in Ucraina, sta peggiorando una situazione già critica per i 3,1 milioni di persone del Paese che hanno urgente bisogno di aiuti umanitari. Negli ultimi due mesi, la carenza di carburante ha costretto le organizzazioni umanitarie a ridurre drasticamente le operazioni, facendo aumentare i prezzi dei generi alimentari. A lanciare l’allarme è il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc).

“In alcune delle aree più colpite del Paese, come la provincia di Kaga-Bandoro, questo mese siamo riusciti ad acquistare solo il 25% del carburante necessario, impedendoci di assistere le famiglie bisognose per sei giorni consecutivi”, ha detto – si apprende da una nota – Tchatat Yakwa Godain Powel, direttore nazionale del Consiglio norvegese per i rifugiati in Centrafrica. “La mancanza di carburante sta aggiungendo una crisi alla crisi: è fondamentale per le famiglie che dipendono dagli aiuti per sopravvivere che il carburante per la risposta umanitaria sia fornito con urgenza e soddisfi le esigenze operative”.

La mancanza di carburante significa che alcuni voli umanitari all’interno del Paese sono stati sospesi o rinviati, impedendo agli operatori umanitari di raggiungere le persone in difficoltà. Secondo l’ultimo programma del Servizio aereo umanitario delle Nazioni Unite (Unhas), i voli da Bangui a Kaga Bandoro e Alindao sono stati ridotti da tre a settimana a uno ogni due settimane. “L’intera risposta umanitaria rischia di essere drasticamente ridotta, mentre il 63% della popolazione ha bisogno di assistenza e protezione umanitaria”, avverte l’organizzazione.

Nella nota viene ricordato che mentre 2,4 milioni di persone – metà della popolazione del Paese – si trovano attualmente in una situazione di grave insicurezza alimentare, i prezzi dei prodotti alimentari stanno aumentando a causa della guerra in Ucraina, poiché i Paesi vicini da cui il Centrafrica dipende per l’importazione di cibo e cereali dipendono a loro volta dall’Ucraina e dalla Russia per soddisfare il proprio fabbisogno. Negli ultimi mesi, il prezzo della farina di grano nel Paese è aumentato del 50%. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, a giugno-luglio il prezzo della carne aumenterà del 30% e quello della manioca del 50%.

Insieme, la mancanza di carburante e l’impennata dei prezzi stanno facendo aumentare i costi delle operazioni umanitarie, mentre la risposta ha ricevuto solo il 38,7% dei fondi necessari quest’anno.

“La mancanza di carburante ci sta togliendo il tappeto da sotto i piedi, mentre la mancanza di fondi umanitari ci impedisce di rimetterci in piedi. I Paesi donatori devono prendere in considerazione l’aumento dei prezzi e garantire che la risposta possa aumentare per soddisfare le esigenze. Se non si aumentano urgentemente i finanziamenti, l’impatto della guerra in Ucraina continuerà a trascinare un Paese ampiamente indebolito da anni di conflitto in una spirale negativa”, ha dichiarato Powel.

Nell’ultimo mese, la fornitura di carburante per le operazioni del Nrc è stata ridotta del 50% in tutto il Paese. I programmi per l’acqua, le strutture igienico-sanitarie e gli alloggi sono i più colpiti, in quanto sono i maggiori consumatori di carburante a causa dell’uso di camion per il trasporto.

L’organizzazione ricorda infine che in Centrafrica ci sono più di 160.000 bambini acutamente malnutriti e due terzi di loro (103.930) non ricevono alcun supporto nutrizionale a causa della carenza di fondi e dell’aumento dei costi operativi.

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