Nonostante “significativi progressi”, non soddisfa le aspettative del governo della Repubblica Centrafricana il rinnovo dell’embargo adottato venerdì dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In effetti, la sanzione, votata da 10 dei 15 Paesi membri del Consiglio, mentre cinque si sono astenuti, è prorogata fino al 31 luglio 2024.
La particolarità del rinnovo della sanzione imposta dal 2013, secondo il resoconto dell’incontro pubblicato sul sito Onu, è che il provvedimento non si applicherà alle consegne di armi, munizioni, veicoli ed equipaggiamenti militari destinati alle Forze di Sicurezza Centrafricane.
“Il Consiglio di sicurezza sta revocando l’embargo sulle armi alle forze governative, quindi niente più restrizioni all’accesso a determinate categorie di armi. Consente l’accesso alle armi senza l’approvazione del consiglio attraverso il comitato sanzionatorio, ma mediante semplice notifica prima dell’arrivo delle armi; impone un embargo sulle armi ai gruppi armati; mantiene le sanzioni per il congelamento dei beni e il trasferimento di persone sotto procedimento Onu; infine, il Consiglio definisce per un periodo di un anno la limitazione dell’accesso alle armi per le forze governative”, ha riassunto in cinque punti sulla sua pagina Facebook, la ministra degli Affari Esteri centrafricana, Sylvie Baïpo Temon.
Nonostante questo “significativo passo avanti” per il governo, in un’intervista concessa a Radio Ndeke Luka, la ministra ha puntualizzato la sua prospettiva: “Per la Repubblica Centrafricana non è ancora all’altezza delle aspettative. Perché la Repubblica Centrafricana ha sempre e continua a chiedere la totale revoca dell’embargo”, ha affermato Sylvie Baïpo Témon.
“Sono le legittime autorità del Paese che sono chiamate alla sbarra del Consiglio di Sicurezza. È un messaggio estremamente pericoloso quello che stiamo lanciando e che distorce la comunicazione, gli incoraggiamenti, le dichiarazioni di sostegno, l’essere al fianco della Repubblica Centrafricana… No, si sta al fianco della Repubblica Centrafricana stando sul campo, ma non chiamandola alla sbarra, con una bozza di risoluzione che coinvolge le vittime e non i carnefici”, ha ancora castigato la ministra.
Accogliendo con favore l’astensione dei cinque Paesi membri del Consiglio di Sicurezza, la diplomazia centrafricana ha appunto ringraziato Cina, Russia, Gabon, Kenya e Ghana.
La prossima decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’embargo alla Repubblica Centrafricana è attesa poco prima della fine di luglio 2024. Intanto il Consiglio, che si congratula con le autorità centrafricane, invita a dispiegare maggiori sforzi per soddisfare le condizioni che possono portare alla revoca totale di tale sanzione. Quanto ai gruppi armati, sono chiamati a rispettare gli impegni presi nell’accordo del 6 febbraio 2019 e nella roadmap di Luanda.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite impone un embargo sulle armi alla Repubblica centrafricana dal 2013, in seguito al rovesciamento del regime del presidente François Bozizé da parte di un colpo di Stato militare della Seleka, una coalizione di ribelli del nord-est del Paese.