Centrafrica: l’opposizione rialza la testa, gravi accuse al governo

di claudia

Il Blocco repubblicano per la difesa della Costituzione (Brdc), cartello politico riunisce i principali partiti di opposizione della Repubblica centrafricana (Rca) ha, denunciato quella che è stata definita “mafia organizzata dalle autorità nel settore degli idrocarburi” e l’arruolamento e l’invio di miliziani centrafricani in Ucraina.

Lo riportano i media locali, che citano una conferenza stampa del Brdc tenuta venerdì scorso a Bangui: nel corso della conferenza Martin Ziguelé, portavoce della Brdc, citando un recente rapporto del Gruppo di lavoro della società civile (Gtsc), ha denunciato la gestione poco trasparente dei prodotti petroliferi in tutto il Paese, definendo “illegale” il regime di monopolio in cui opera la società camerunese Neptune, che importa e vende carburanti nel Paese africano sfruttando il corridoio logistico dal porto di Douala, in Camerun. “Quando i prodotti petroliferi arrivano nella Repubblica centrafricana, è un piccolo gruppo di individui ad arricchirsi a spese del popolo, che subisce tutte le ripercussioni” ha dichiarato durante la conferenza stampa Nicolas Tiangaye, membro della Brdc, citato da Rfi.

A maggio il ministro degli Idrocarburi Arthur Bertrand Piri aveva inflitto a Tamoil una multa di 200 milioni di franchi (300.000 euro circa) e il 5 giugno il ministero dello Sviluppo delle risorse energetiche e idriche ha annunciato di aver requisito sei delle 11 stazioni di servizio di Tamoil a Bangui, annunciando inoltre di averne affidato la gestione, per 45 giorni, a dirigenti pubblici. La tensione tra Tamoil e il governo centrafricano va avanti sin dal giorno in cui la compagnia TransAfricaMarketOil (Tamoil appunto) ha rilevato le attività di TotalEnergies, ad agosto 2023.

Non appena Tamoil si è stabilita nel Paese il governo centrafricano ha chiesto all’azienda il saldo del debito precedentemente accumulato da Total, oltre 2 miliardi di franchi (3,2 milioni di euro circa), debiti fiscali accumulati tra maggio e agosto dell’anno scorso da Total e il ministero dell’Energia centrafricano annunciò, il 13 ottobre 2023, la sospensione delle operazioni doganali (ossia le forniture) all’ex-Total Centrafrique, fino a saldo avvenuto. Tamoil, che nell’acquisizione ha rilevato attività e passività di Total, ha tuttavia evidenziato come i debiti dello Stato centrafricano verso la compagnia francese fossero “di gran lunga superiori”. Per tutta risposta, il governo di Bangui rispose che Tamoil operava in regime di illegalità, non avendo richiesto l’autorizzazione necessaria all’importazione e alla distribuzione dei prodotti petroliferi, e chiese a Tamoil 1,8 milioni di euro, tra multe e quote dell’acquisizione di Total.

Nei giorni successivi il governo centrafricano prese contatto con Neptune Oil, società camerunese filiale di un broker chiamato Optima Energy, che ha ottenuto un contratto in regime di esclusiva per l’importazione di prodotti petroliferi (benzina e diesel) in Repubblica centrafricana, importazione che avviene tramite gomma via Douala, mediante autocisterne. Il 6 giugno scorso Neptune ha chiarito che Tamoil non è responsabile della penuria di carburante perché non è direttamente responsabile né delle importazioni né della logistica. Dai primi di maggio la situazione si è aggravata, con deficit di forniture anche per il carburante diesel necessario ai generatori di corrente.

Ma c’è un’altra denuncia, forse più grave ancora, portata per la prima volta su un piano decisamente politico e non più di mera speculazione giornalistica: Ziguelé infatti ha parlato di “cittadini centrafricani” reclutati ed arruolati, presumibilmente dal gruppo russo Wagner, e inviati a combattere in Mali ed Ucraina: “Questi connazionali vengono utilizzati come scout, senza protezione, nel conflitto russo-ucraino e non hanno alcuna speranza di tornare un giorno nel Paese per ricongiungersi alle loro famiglie. La Brdc è indignata e chiede spiegazioni al potere, invitando le organizzazioni per i diritti umani a unire i loro sforzi per denunciare e documentare questi abusi”.

Il 31 maggio scorso, InfoMundi riportava la notizia, confermata da una nostra fonte sul posto, dell’arruolamento da parte di Wagner degli ex-ribelli di una milizia etnica, gli Azandé, ex-miliziani Seleka che smobilitati e ri-arruolati nella zona di Zemio, sud-est della Rca, si fanno chiamare oggi Wagner Ti Azandé. Voci che, nel corso dei mesi, si erano fatte sempre più documentate e pressanti, tanto che il 3 ottobre scorso l’ambasciata russa a Bangui, con una nota ufficiale, era stata costretta a smentire. Tuttavia, l’ambasciata nella sua nota non menzionò, né smentì, le altre notizie circa l’arruolamento e l’invio di miliziani centrafricani in Mali. 

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