Il presidente centrafricano Faustin Archange Touadera ha invitato la popolazione centrafricana a “riconoscere che durante questi 63 anni”, non si è stati capaci di “mettere gli interessi fondamentali del popolo centrafricano sopra ogni cosa”. Il presidente ha pronunciato queste parole ieri, in un discorso alla nazione in vista della celebrazione dell’indipendenza che si festeggia il 1° dicembre di ogni anno.
di Valentina Giulia Milani
Secondo il presidente centrafricano, gli ultimi 63 anni in Centrafrica sono stati caratterizzati da “colpi di Stato, ribellioni, ammutinamenti: il triste marchio di fabbrica” del Paese, ha detto aggiungendo che non si possono “negare le realtà oscure del nostro passato”. “Cattivo governo, corruzione, appropriazione indebita di fondi pubblici, impunità, così come “divisione, tribalismo ed egoismo”, hanno fatto del Centrafrica “il terreno di coltura per predatori e mercenari reclutati, utilizzati e finanziati da cospiratori e individui assetati di potere determinati ad opporsi all’esercizio del diritto inalienabile del popolo all’autodeterminazione”, ha lamentato il presidente Touadera.
Touadera, riferendosi all’attualità, ha inoltre detto che nonostante il cessate il fuoco unilaterale e immediato ordinato dalle autorità, “alcuni gruppi armati, nonostante siano firmatari dell’accordo politico per la pace e la riconciliazione nazionale, continuano a commettere violenze indiscriminate” contro i civili. Ha ricordato che “tutti questi crimini di guerra e contro l’umanità, che non hanno prescrizione, non resteranno impuniti”. È una “questione di tempo e di opportunità” secondo il presidente.
Il Centrafrica è diventato ufficialmente indipendente il 13 agosto 1960. Ma per molti centrafricani, è il 1° dicembre 1958, la data della proclamazione della Repubblica, che simboleggia l’indipendenza. Il 1° dicembre 1958, il presidente Barthélémy Boganda proclamò infatti la creazione della Repubblica Centrafricana, limitata ai confini dell’ex territorio di Oubangui-Chari.