di Andrea Spinelli Barrile
Un’indagine diffusa da un network di media francofoni guidati dal quotidiano francese Le Monde questo fine settimana ha rivelato alcuni documenti interni al gruppo russo paramilitare Wagner, operante (tra gli altri scenari) in Repubblica Centrafricana (Rca). I documenti riguardano anche l’identità di diversi uomini Wagner, in particolare del primo gruppo di mercenari arrivato in Cenrtrafrica nel 2021. Ma le informazioni ottenute riguardano anche azioni illegali e violente dei mercenari a danno della popolazione civile, in contraddizione con le dichiarazioni che li presentano come “semplici istruttori” delle Forze armate.
Secondo documenti interni, i mercenari di Wagner sarebbero stati coinvolti in atti di violenza e saccheggi: i commercianti di Bangui sono stati vittime di violenze ed estorsioni e sebbene il capo del gruppo di mercenari, Vitaly Perfilev, neghi queste accuse, le prove raccolte mostrerebbero il loro coinvolgimento in queste violenze.
Nel rapporto di attività redatto tra settembre 2019 e febbraio 2021 vengono menzionati atti di saccheggio, come il furto di elettrodomestici e mobili dalla residenza secondaria dell’allora primo ministro centrafricano Firmin Ngrebada, a Boali. Le testimonianze indicano anche l’assenza di disciplina e comando tra i mercenari, con gli uomini che danno libero sfogo alle loro azioni senza controllo. Le accuse di tortura commesse dai cosiddetti istruttori russi in Rca sono state confermate da altri documenti interni Wagner: un rapporto del febbraio 2021 descrive in dettaglio la detenzione di due civili, sospettati di appartenere a un gruppo ribelle dell’Upc a Bambari. Durante l’interrogatorio è stata utilizzata la tortura, che ha portato all’amputazione di una nocca dalla mano destra di uno dei prigionieri.
I documenti interni di Wagner rivelano che i mercenari russi sono pesantemente armati: un inventario delle armi distribuito nel marzo 2021 indica la presenza di oltre 1.000 kalashnikov, 80 mitragliatrici pesanti, 85 lanciarazzi, 20 mortai e due lanciamissili anticarro, armi che violerebbero l’embargo imposto dalle Nazioni unite al Centrafrica dal 2013.
I documenti mostrerebbero anche che diversi mercenari attualmente in Rca, o che vi sono passati, hanno esperienza anche in altri contesti, come il conflitto in Ucraina o quello in Siria.