Teodorin Obiang Nguema alla fine è stato condannato in Francia. Riconosciuto colpevole di distrazione di fondi pubblici per avere acquistato un palazzo, una casa discografica e gadget del suo idolo Michael Jackson per milioni di euro. Teodorin Obiang Nguema è il presidente designato della Guinea Equatoriale ed è il protagonista di una storia che sembra una barzelletta, ma purtroppo è pura realtà. È la storia, unica al mondo, di una famiglia che ha sempre gestito uno stato fin da quando esiste, cioè da quando è indipendente. Lo stato è la Guinea Equatoriale, appunto, e la famiglia è quella dell’attuale capo dello stato, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, padre di Teodorin, che è al potere dal 1979 quando rovesciò, con un colpo di stato, lo zio, Francisco Macias Nguema che mandò prontamente di fronte al plotone di esecuzione.
La Guinea Equatoriale, come detto, ha un successore designato che naturalmente è il figlio di Teodoro Obiang Nguema, Teodorin, appunto. Questi, se volesse rispettare le tradizioni e seguire l’esempio paterno dovrebbe fare un colpo di stato ma lui non ci pensa nemmeno. Conduce già una vita più che agiata, quella che gli può offrire il padre classificato, da Forbes, l’ottavo capo di stato più ricco al mondo.
E a proposito di piaceri Teodorin non si tira indietro: “Alcol, Donne, Coca Cola, auto di lusso, abiti tempestati d’oro, una flotta di jet privati, capricci di ogni tipo, richieste assurde, improvvisi sfoghi umorali di inaudita violenza…”. Così un ex maggiordomo riassume la sua vita quotidiana. Una vita che esige grandi somme di denaro che sebbene la famiglia possieda non hanno impedito a Teodorin di fare carte false per spenderne ancora di più. Altri paesi, oltre la Francia, si preparano ad accusarlo di avere speso denaro che non possedeva: per esempio gli Stati Uniti e il Sudafrica dove, in un solo week end avrebbe speso 700 mila euro in champagne, ville e auto.
L’elenco dei capricci e delle spese pazze di Teodorin è infinito ed è inutile dire che quelli che lui spende sono i proventi che ricava dal suo piccolo paese, un milione di abitanti. Poverissimi, naturalmente.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)