Il nuovo premier del Sudan, Abdalla Hamdok, ha prestato giuramento nella tarda serata di mercoledì come leader del governo di transizione e ha promesso di rendere prioritaria la pace e risolvere la crisi economica del Paese. “Lo slogan della rivoluzione, ‘libertà, pace e giustizia’ costituirà il nostro programma durante il periodo di transizione”, ha detto Hamdok parlando in conferenza stampa nella capitale Khartoum.
Durante i 39 mesi previsti nel periodo di transizione stabilito con l’accordo firmato il 17 agosto, ha aggiunto il nuovo premier, la priorità sarà quella di “porre fine al conflitto, costruire una pace sostenibile e fermare la sofferenza degli sfollati, nonché costruire un’economia nazionale basata sulla produzione”. Hamdok ha quindi sottolineato la necessità di riformare le istituzioni statali, combattere la corruzione, costruire uno stato trasparente ed equo, sviluppare relazioni esterne distese e un’equa rappresentanza delle donne nelle istituzioni. “L’economia sudanese è di grandi dimensioni e credo che con la giusta visione e le giuste politiche saremo in grado di affrontare questa crisi economica e avremo un piano di riforme per affrontare l’inflazione, la carenza di carburante e medicinali e, nel a lungo termine, speriamo di migliorare la nostra produttività”, ha affermato. Infatti il premier ha avvertito che il sistema bancario in Sudan sta per crollare, sottolineando la necessità di un piano per salvarlo.
Si prevede che Hamdok formerà un governo di 20 ministri, tecnocrati, che saranno selezionati dall’opposizione Freedom and Change Alliance il 28 agosto. I ministri della Difesa e dell’Interno saranno scelti invece dagli esponenti militari del nuovo Consiglio Sovrano.
In precedenza, Al-Burhan aveva prestato giuramento costituzionale per diventare ufficialmente presidente delConsiglio Sovrano che, come da accordo comprende 11 membri: cinque membri militari scelti dalla Consiglio militare di transizione del Sudan (TMC) (che aveva preso il potere dopo la caduta di Al Bashir), cinque membri civili scelti dall’Alleanza per la libertà e il cambiamento, e un civile selezionato tramite consultazione dai due lati.
Ma chi è Hamdok? Di sicuro un famoso economista dall’immagine molto positiva a livello internazionale come sottolinea AlJazeera.
InfoAfrica riassume così l’esperienza dell’uomo politico: Nato nel 1956 nella provincia centrale del Kordofan, dopo aver conseguito la laurea presso l’Università di Khartum, un master e un dottorato presso l’Università di Manchester, Hamdok negli anni ’80 è stato un alto funzionario del Ministero delle finanze e della pianificazione economica.
Negli anni ’90, ha ricoperto posizioni di rilievo prima presso Deloitte & Touche, quindi presso l’Organizzazione internazionale del lavoro nello Zimbabwe, e successivamente da diversi anni di lavoro presso la Banca africana di sviluppo (AfDB).
Successivamente è stato direttore regionale per l’Africa e il Medio Oriente dell’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale dal 2003 al 2008.
Ha poi lavorato come direttore dell’integrazione e del commercio regionali per la Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa (UNECA) nel 2001 e nel 2002, ed è stato vice segretario esecutivo dell’UNECA dal 2011 a ottobre 2018.
Infine va ricordato che nel settembre 2018, Hamdok era stato nominato ministro delle finanze sudanese da al-Bashir, ma ha rifiutato di accettare la nomina.