Ha preso il via ieri il processo contro 150 membri del Fronte per l’alternanza e la concordia in Ciad. Lo riferisce la testata locale Alwihda Info, mentre Radio France Internationale parla di oltre 450 persone alla sbarra. Gli imputati sono stati catturati nell’aprile 2021 durante la loro incursione nel nord del Paese, ma è soltanto alla fine della scorsa settimana che è stato annunciato l’avvio del processo.
Il procuratore generale presso l’Alta Corte di N’Djamena, Mahamat El-hadj Baba Nana, ha annunciato che i prigionieri di guerra saranno perseguiti per vari capi d’accusa, tra cui atto di terrorismo, l’assassinio del presidente della Repubblica, il maresciallo Idriss Déby Itno, l’arruolamento di bambini nella ribellione, l’attività mercenaria e l’attacco alla sicurezza dello stato. Le accuse saranno esaminate in conformità con la legge contro il terrorismo in Ciad e il codice penale.
Questo processo giunge dopo la promessa del presidente della transizione, Mahamat Idriss Deby Itno, di rilasciare tutti i prigionieri di guerra durante il suo giuramento per guidare la fase 2 della transizione. Si tratta di un evento importante per la giustizia ciadiana.
Il Fact è il gruppo politico-militare dietro l’offensiva lanciata su N’Djamena nell’aprile 2021, mentre si svolgevano le elezioni presidenziali, e in occasione della quale il presidente Idriss Deby è stato mortalmente ferito, sul fronte.