La piattaforma “Tutti uniti per una fase 2 di transizione di successo”, in Ciad, ha annunciato lo svolgimento di “un’importante azione cittadina” il 29 aprile in Piazza della nazione nella capitale, N’Djamena.
Il tesoriere generale della piattaforma, Mahamat Saleh Moussa, ha ricordato che il presidente della transizione, il generale Mahamat Deby, “con l’obiettivo di rafforzare la pace, la coesione sociale e la creazione di un clima di benessere dei ciadiani” ha compiuto azioni significative come l’istituzione di enti per l’organizzazione del referendum costituzionale, la grazia presidenziale concesso ai prigionieri di guerra e agli imputati delle manifestazioni del 20 ottobre 2022, la creazione di commissioni per il referendum.
“Per incoraggiare gli sforzi della transizione attraverso questi atti altamente patriottici posti dal Presidente della transizione e che dimostrano la sua buona fede e il suo attaccamento al suo Paese e al suo popolo, abbiamo deciso di organizzare una grande azione cittadina per una fase 2 di transizione di successo il 29 aprile”, ha annunciato.
“Lanciamo un appello urgente a tutte le organizzazioni della società civile affinché si mobilitino e si uniscano a noi nel sostenere e incoraggiare la transizione nelle sue azioni di interesse comune che dovrebbero portare a una fase 2 di transizione perfettamente riuscita e a un consolidamento della marcia del nostro Paese sulla binari della democrazia e dello sviluppo nazionale”, ha insistito il tesoriere della piattaforma.
La transizione in Ciad, de facto iniziato due anni fa, all’uccisione del presidente in carica – da 30 anni – Idriss deby Itno, è guidata dal figlio del maresciallo ucciso, il generale Mahamat Deby, ed è considerata una successione monarchica e clanica da parte dell’opposizione e di parte della società civile.
La giunta militare che assunse il potere alla morte di Idriss deby aveva promesso di organizzare elezioni entro lo scorso ottobre, una scadenza che non è stata rispettata ed è stata posticipata di un paio d’anni.
Proteste contro il regime di transizione a oltranza si sono svolte il 20 ottobre scorso, nonostante un divieto formale, e hanno datoluogo a violenze e a una feroce repressione. Le forze dell’ordine hanno sparato sui manifestanti, hanno fatto uso di violenza et hanno arrestato centinaia di persone. Il bilancio è stato di una cinquantina di morti e circa 300 feriti.