Il Ciad ha richiamato il suo ambasciatore in Camerun per consultazioni. La decisione di N’Djamena, che mette a repentaglio i buoni rapporti tra i due Paesi vicini, è legata a una controversia sulla vendita dell’ex Esso alla società britannica Sannnah Energy, in Ciad, e alla successiva nazionalizzazione decisa dalle autorità ciadiane, in segno di protesta.
In un comunicato della presidenza della Repubblica del Ciad del 20 aprile, si fa riferimento ad atteggiamenti avversi e contrari agli interessi del Ciad messi in atto da rappresentanti camerunesi nei consigli di amministrazione delle società Cotco e Totco (Cameroon Oil Transportation Company e Tchad-Oil Transportation Company).
“Sin dall’inizio delle trattative sull’arrivo della Savannah in Ciad, è apparso che dietro a tale società gravitavano numerose personalità camerunesi che non hanno mai smesso di interferire presso personalità ufficiali ciadiane”, si legge.
“Oggi, tramite la stampa, abbiamo appreso la firma di un accordo che prevede la cessione, da parte di una filiale della Savannah, del 10 % del capitale sociale della Cotco alla Società nazionale di idrocarburi (Snh) del Camerun”, prosegue la nota.
Il comunicato indica inoltre di aver fatto domanda di acquisizione di parte delle quote della Petronas ai servizi preposti della Cemac (Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale) ma che solo il Camerun non ha fornito un feedback alla richiesta di non obiezione.
“Per questi motivi, il Ciad si trova nell’obbligo di far rispettare i propri interessi e la propria rispettabilità, e denuncia gli atti ripetuti del Camerun e dei suoi rappresentanti, che minano le relazioni fra i due Paesi”.
La Savannah Energy ha acquisito quote di Esso-ExxonMobil in Ciad e Camerun. A fine marzo, il Ciad ha annunciato la nazionalizzazione di tutte le attività della società Esso Tchad, ex filiale del gigante americano degli idrocarburi ExxonMobil, di cui N’Djamena sta contestando la recente vendita alla Savannah Energy Plc. Quest’ultima ha reagito con forza a questa decisione in un comunicato stampa, denunciando una diretta violazione delle convenzioni internazionali e un recente arbitrato a suo favore da parte della Camera di Commercio Internazionale di Parigi.
La nazionalizzazione riguarda il giacimento di Doba nel sud del Paese, le concessioni in alcuni giacimenti, la vendita del petrolio estratto e una partecipazione nell’oleodotto Ciad-Camerun.