di Céline Camoin
Non era in programma, ma in fondo non è stata una grande sorpresa né per i sostenitori del sistema al potere da decenni in Ciad, né per l’opposizione e gli attivisti della società civile che aspettano un’alternanza. L’attuale capo di Stato della transizione, il generale Mahamat Idriss Deby, detto Kaka, figlio e successore del defunto presidente Idriss Deby Itno, è stato designato futuro candidato alle presidenziali dal proprio partito, il Movimento patriottico per la salvezza (Mps).
Mahamat Kaka, che compirà 40 anni quest’anno, è stato proclamato presidente di transizione da un gruppo di generali il 20 aprile 2021, dopo la morte di suo padre Idriss Deby Itno, morto a seguito di ferite riportate al fronte durante i combattimenti con i ribelli del Fact, almeno secondo la versione ufficiale.
Insediato tramite un controverso processo che ha infranto le regole costituzionali, in una situazione di emergenza e di potenziale conflitto, Kaka aveva inizialmente annunciato una transizione di 18 mesi, prorogata di due anni nell’ottobre 2022 in seguito allo svolgimento di un contestato dialogo nazionale, e che ha portato a manifestazioni violentemente represse. Non è ancora nota la data delle elezioni presidenziali, ma dovrebbero svolgersi al più tardi il prossimo ottobre. In un primo momento, fu fatta la promessa che a conclusione dei 18 mesi, il potere sarebbe stato consegnato a un presidente e un regime civile dopo elezioni.
Nei ranghi degli attivisti che militano per un’alternanza democratica al potere, l’annuncio di un Kaka candidato alle elezioni è un vero e proprio affronto. Commentando la notizia con la redazione di Africa, Jacques Ngarassal, del movimento Tournons la page (Tlp) Ciad, sottolinea che il congresso generale del Mps svoltosi lo scorso fine settimana doveva servire a eleggere un nuovo segretario generale, ma non a designare un candidato alle presidenziali. “Inoltre, nulla è stato ancora definito per quanto riguarda le candidature. Questo dimostra un’ennesima volta che si agisce in maniera fraudolente per raggiungere i propri obiettivi. Questa designazione di Mahamat kaka non sorprende alcun ciadiano, perché tutti i ciadiani sanno già dove porterà questa transizione: semplicemente alla riconferma di Mahamat Kaka alla guida del Paese”.
Questo, secondo Ngarassal è un segnale chiaro che la risoluzione della crisi politica è ben lungi dell’essere raggiunta. “Abbiamo preso nota che Mahamat Kaka è candidato per l’Mps, che si precipita, come di consueto, senza rispetto delle regole”.
Un’altra voce ben nota della società civile, quella dell’avvocato Delphine Djiraibe, ci risponde rassegnata, sebbene con l’auspicio che l’alternanza al potere arriverà prima o poi. “Il sistema – dico bene sistema, insiste – al potere ha chiaramente dimostrato la propria volontà di restare nonostante tutto. Non c’è altra via per Mahamat Deby che ricandidarsi alla propria successione e vincere le elezioni senza alcuna sorpresa”.
Su Rfi, il presidente dell’Unione dei Democratici per lo Sviluppo e il Progresso (Udp), Max Kemkoye, capo anche del Gruppo di consultazione degli attori politici, che riunisce diversi partiti, si è detto a “indignato” e “per niente sorpreso” da questa “successione dinastica” per il potere.
Il processo di pace con gli ex ribelli, il dialogo nazionale, anche se boicottato da una parte di opposizione, la liberazione di detenuti, il referendum costituzionale, e la recente nomina a primo ministro di un avversario politico di spicco appena tornato dall’esilio, Succes Masra, erano segnali a favore di un’apertura, ma in molti restano convinti che il clan al potere da quasi 35 anni voglia tenere in saldo le redini del Paese.