Le elezioni parlamentari, provinciali e comunali, presentate dal regime del presidente Mahamat Idriss Itno come l’ultima fase della transizione politica per il Ciad, si svolgeranno domenica 29 dicembre. I candidati e i partiti che hanno aderito concluderanno oggi la campagna elettorale.
Il capo dello Stato ha invitato la popolazione a “partecipare attivamente” al voto al quale prenderanno parte circa 179 partiti o gruppi politici, con 718 liste e 1.321 candidati per 188 seggi nel parlamento, attualmente controllato dal suo partito, l’Mps. Sono circa otto milioni gli aventi diritto al voto.
È altamente probabile che il partito presidenziale, a capo delle istituzioni da quattro decenni, sarà in testa anche in questa tornata elettorale, considerando il boicottaggio annunciato da diversi partiti di opposizione. La novità potrebbe essere un rinnovo generazionale dal momento che diversi alti esponenti del Mps, come il segretario generale Mahamat Zen Bada, sono stati esclusi dalla corsa elettorale. La recente decisione presidenziale di rompere gli accordi militari con la Francia, con l’intento di conquistare maggiore sovranità, è però considerata un punto a favore del regime da parte dell’opinione pubblica nazionale.
Formazioni all’opposizione come i Trasformatori di Succes Masra, o il Gruppo di concertazione degli attori politici (Gcap), hanno invitato gli elettori a non recarsi alle urne, sostenendo che il processo non è né trasparente, né legittimo. Le alluvioni che hanno colpito il Paese rendono anche difficile l’accesso ai propri seggi elettorali, essendo molte famiglie sfollate.
Per il relatore nazionale della campagna del Mps e ministro delle Infrastrutture Aziz Mahamat Saleh, le prossime elezioni “metteranno fine alla transizione” e soprattutto “daranno al presidente della Repubblica una maggioranza per tradurre in realtà il suo programma politico”.
Mahamat Idriss Deby Itno, 40 anni, recentemente promosso maresciallo, è stato portato al potere dall’esercito nel 2021, dopo la morte del padre. A maggio è stato eletto presidente per cinque anni dopo un periodo di transizione, a conclusione di un voto contestato dall’opposizione.