“Ogni famiglia ha una storia straziante. Ho incontrato donne che hanno subito abusi sessuali oltre ogni immaginazione, stupri di gruppo, e ora sono fisicamente e mentalmente distrutte. Ho incontrato un padre con tre figli uccisi da uomini armati. È impensabile quanto sia grave la situazione in Darfur e quanto manchino le risorse per aiutare queste persone”. Questa le parole di Jan Egeland, segretario generale dell’organizzazione Norwegian Refugee Council, che ha effettuato una visita di una settimana in Ciad, di cui tre giorni nei campi di Adré.
“Questa è la peggiore crisi umanitaria del mondo, e abbiamo bisogno di un livello di interesse pari a quello per l’Ucraina o per le atrocità in corso a Gaza e in Medio Oriente”, ha detto Egeland ai microfoni di Rfi.
Nel Ciad orientale, la situazione umanitaria dei rifugiati sudanesi non sta migliorando. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, in 10 mesi di guerra in Sudan, quasi 700.000 persone hanno attraversato il confine in fuga dalla violenza dei belligeranti, in particolare in Darfur, dove le minoranze sono prese di mira per motivi etnici.