Si moltiplicano le richieste di indagini e chiarimenti sul presunto scandalo di appropriazione indebita in seno alla compagnia nazionale degli idrocarburi (Société des Hydrocarbures du Tchad, Sht) che coinvolgerebbe oltre ai dirigenti della compagnia, alte personalità.
La Convenzione ciadiana per la difesa dei diritti umani (Ctddh) si è detta profondamente scandalizzata e chiede al governo di transizione di portare tutti i presunti colpevoli, complici e complici, davanti ai tribunali competenti affinché sia fatta giustizia e siano restituite all’erario pubblico tutte le somme recuperate. “Nell’attuale contesto in cui il Ciad sta lottando per adempiere ai suoi obblighi finanziari, sarebbe indecente lasciar pensare che si si può attingere nelle casse dello Stato in piena impunità”, denuncia la Ctddh in un comunicato.
L’Unione dei sindacati del Ciad (Ust), riunitasi questo fine settimana in consiglio, ha addirittura chiesto le dimissioni del governo, oltre a indagini che facciano giustizia e alla restituzione del denaro sottratto illegalmente.
Anche il gruppo armato Fact si è espresso sulla questione, denunciando il furto sotto gli occhi di tutti di denaro pubblico, mentre nel Paese vige lo stato di emergenza alimentare e che i dipendenti pubblici attendono sempre lo stipendio. Il Fact invita il procuratore della Repubblica a incaricarsi del fascicolo, temendo che la risoluzione di questo scandalo finisca in mani esterne al quadro giudiziario.
Lo scandalo, battezzato Sht gate, è scoppiato nei giorni scorsi, con il licenziamento del segretario personale del presidente Mahamat Idriss Deby, Idriss Youssouf Boy, anche se ufficialmente la sanzione non è stata collegata alla vicenda. Sono stati rimossi anche due direttori generali della società nazionale di idrocarburi. Il direttore generale della filiale ciadiana della Orabank, Mamadou Bass, è stato interrogato dagli inquirenti su questo scandalo.