di Céline Camoin
Un senso di delusione è emerso nel discorso dell’ambasciatore Kurt Cornelis, rappresentante dell’Unione Europea in Ciad, nel riferirsi alla transizione politica in atto in Ciad. Lo scrive il portale TchadInfos, che cita alcuni passaggi del discorso pronunciato in occasione della Giornata dell’Europa, celebrata il 9 maggio.
“Purtroppo, dobbiamo dire ora che le nostre aspettative sono state soddisfatte solo in parte, e che oggi non siamo dove speravamo di essere”, ha detto il rappresentante dell’Unione Europea. Cornelis ha deplorato la mancata inclusione nel “dialogo nazionale inclusivo e sovrano”, svoltosi da agosto a ottobre 2022 Il rappresentante Ue ha ricordato che questo processo è stato contestato da attori importanti.
Ha poi deplorato la restrizione delle libertà e la repressione delle manifestazioni, in particolare quelle del 20 ottobre, che l’ambasciatore definisce eventi “tragici e inaccettabili”. “Non possiamo dimenticare il 20 ottobre, questo non dovrebbe mai più accadere”, ha insistito Kurt Cornelis.
Infine, il diplomatico ha deplorato il ritardo nell’attuazione dell’accordo di pace di Doha e la sfiducia che regna tra i vari attori coinvolti nella transizione. L’accordo prevede la smobilitazione, il disarmo e il reinserimento dei combattenti dei vari gruppi armati firmatari. A causa del ritardo nella sua effettiva attuazione, alcuni gruppi hanno preferito rimanere fuori dal processo.
L’ambasciatore europeo ha tuttavia sottolineato che non è ancora troppo tardi per rettificare la situazione. La transizione sta ora entrando in una fase decisiva con il processo referendario a cui seguiranno le elezioni presidenziali e legislative.
L’Ue si aspetta dalle autorità ciadiane inclusione, trasparenza e una pacificazione del clima politico. Certamente, le autorità hanno compiuto gesti di riconciliazione e di pacificazione, riconosce la rappresentanza europea in Ciad. Ma l’Ue auspica che il governo garantisca l’esistenza di uno spazio democratico aperto, una reale riconciliazione tra gli attori politici e una massiccia partecipazione popolare ai vari processi.
Inoltre, l’Ue vuole che sia svolto anche un lavoro di sensibilizzazione e spiegazione rivolto alla popolazione e alla società civile.
“L’Unione europea e i suoi Stati membri saranno al fianco del popolo ciadiano, qualunque cosa accada. Più che una garanzia, la popolazione deve continuare a contare sul sostegno dell’Ue, per il miglioramento delle proprie condizioni di vita, obiettivo principale del proprio impegno in Ciad”. L’Ue promette di continuare il lavoro iniziato con la società civile, i giovani e altri attori in tutti gli angoli del territorio, o eventualmente in formato Team Europa.