Edifici avveniristici, confortevoli, eleganti, ecosostenibili. In Sudafrica si ideano e realizzano le case del futuro. Grazie al genio di brillanti progettisti formatisi in una delle migliori facoltà di architettura.
Per il restyling del Grain Silo di Città del Capo e la realizzazione del Mocaa (il più grande museo di arte contemporanea africana esistente al mondo), Jochen Zeitz, già top manager della Puma, si è affidato al prestigioso studio londinese Heatherwick. Volendo, e senza troppa fatica, avrebbe potuto trovare anche in loco architetti blasonati e visionari. In Sudafrica sono infatti presenti team di progettazione di altissimo livello e con elevata sensibilità ambientale. Come il gruppo Saota, che colleziona premi e compare regolarmente sulle riviste internazionali di design. Saota lavora fuori dal continente e dentro: Angola, Costa d’Avorio, Senegal, Niger… e ovviamente Sudafrica.
Qui, uno dei suoi progetti più celebrati è la villa First Crescent, un edificio aereo e minimalista che si fonde perfettamente col paesaggio offrendo una vista straordinaria sull’oceano e sulla Lion’s Head, la montagna che sovrasta Città del Capo. Altri nomi eccellenti sono Raymond Alexander, famoso per la residenza rotante progettata a Helderberg, e Ken Stucke di Era Architects, che per il facoltoso uomo d’affari Ivor Jones ha realizzato un’abitazione elegantissima e assolutamente autosufficiente dal punto di vista energetico, idrico e dello smaltimento dei rifiuti. Meno glamour ma assai interessante dal punto di vista della ridefinizione dello spazio in chiave sociale è il lavoro portato avanti dall’Mma Design Studio di Johannesburg attraverso il suo fondatore, Mphetih Morojele, che alla fine dell’apartheid ha firmato le prime ambasciate sudafricane all’estero (in Germania e in Etiopia).
Un discorso analogo può essere fatto per Mokena Makeka, di Makeka Design Lab, che è stato recentemente selezionato da Simone de Gale per una mostra allestita a Londra e dedicata ai migliori architetti neri del mondo. Makeka è conosciuto in particolare per la ristrutturazione della stazione ferroviaria di Città del Capo in occasione dei Mondiali del 2010.
Festival della creatività
Il primato creativo del Sudafrica non si esplica però solo nell’architettura. La progettazione di oggetti e arredi, il design propriamente detto, ha raggiunto livelli molto alti. Non a caso il festival della creatività Indaba Design, che nasce nel 1995 a Città del Capo e dal 2001 ha cadenza annuale, coinvolgendo anche altre città africane, è diventato ormai un appuntamento fisso nelle agende internazionali di settore. Il suo motto è “a better world through creativity” e la sua caratteristica è mescolare e far dialogare i linguaggi creativi, creando ponti virtuosi tra design, moda, arte, musica, fotografia e, ovviamente, impresa. L’ultima edizione ha avuto luogo dal 21 al 24 febbraio.
A Johannesburg, invece, dal 2014, si tiene la fiera 100% Design South Africa, che offre uno spaccato estremamente ricco della produzione creativa del Paese, come hanno potuto verificare i numerosi visitatori da tutto il mondo accorsi lo scorso agosto al Gallagher Convention Centre. Sempre a Johannesburg, nel 2017 è stato lanciato un nuovo evento espositivo, Design Joburg, focalizzato sull’interior design. Insomma: c’è un fermento creativo trasversale e generalizzato, che non può stupire, sia per la presenza delle infrastrutture materiali e mediatiche necessarie allo sviluppo di un settore come questo, sia per la tradizione accademica e formativa che caratterizza il Paese. La facoltà di Architettura dell’Università di Cità del Capo, per esempio, è da tempo indicata come una delle 100 migliori al mondo e richiama studenti da tutto il pianeta.
La città vanta altri centri di eccellenza, come la Design Academy of Fashion o la Bhc School of Design. Il recente riconoscimento Unesco, che “laurea” Città del Capo come prima Città africana del Design, appare quindi quasi un passaggio naturale. Per la cronaca, l’Unesco ha incluso un’altra perla sudafricana nei suoi ambiti elenchi: si tratta di Durban, ammessa come Città della letteratura.
(Stefania Ragusa)