Città del Capo e Johannesburg, in Sudafrica, e Kigali (foto di apertura), capitale del Ruanda, compongono il trio che guida la classifica delle 30 città più attrattive del continente africano rilasciata dalla rivista francese Jeune Afrique. Seguono Rabat e Casablanca, in Marocco, Nairobi, capitale del Kenya, Alessandria e Il Cairo in Egitto, seguite da due metropoli dell’Africa Occidentale, l’ivoriana Abidjan e la ghanese Accra. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, entro il 2050, 900 milioni di africani vivranno nelle città ovvero due terzi degli abitanti del continente.
L’elenco stilato è il frutto di diversi mesi di lavoro sull’analisi di dati economici grezzi – non sempre affidabili ed esaustivi – riguardanti la qualità della vita, gli investimenti, le infrastrutture, la fluidità dei trasporti, o ancora, la corruzione, e di un questionario rivolto a circa 2.000 persone selezionate tra la comunità di lettori di Jeune Afrique.
“Il buon governo è la base di un’economia che crea posti di lavoro e migliori servizi pubblici, soprattutto per i più vulnerabili”, spiegava a marzo il sindaco di Cape Town, Geordin Hill-Lewis, dopo aver approvato un investimento di quasi due miliardi di euro in tre anni per la creazione di posti di lavoro nel settore edile per i più indigenti. Anche se Città del Capo non risulta essere la migliore in nessuna delle quattro categorie del sondaggio, non presenta alcun punto debole, spiega la rivista. Tra mare e montagna, gode di paesaggi mozzafiato, ma non si tratta solo di uno scenario da cartolina: la capitale parlamentare sudafricana conta su una governance all’avanguardia.
La capitale del Ruanda, al secondo posto nella classifica generale, è acclamata per la sua qualità di vita. Ogni ultimo sabato del mese, i residenti svolgono il loro “Umuganda”, servizio comunitario obbligatorio, che consiste nella pulizia delle strade pubbliche. Nel 2018, Eric Solheim, direttore del Programma ambientale delle Nazioni Unite, aveva descritto Kigali come “la città più pulita del mondo”.
“Jo’burg”, sebbene molto penalizzata da una valutazione negativa sulla questione della sicurezza dei beni e delle persone (23esima su questo indicatore), approfitta del suo status di unica città mondiale nel continente ad attrarre investimenti diretti esteri (Ide). Il cuore economico del Sudafrica è al primo posto – insieme a Nairobi – per numero di progetti originali di Ide (181) tra il 2019 e il 2023, per una cifra record di oltre quattro miliardi di dollari. Investimenti che spaziano dall’Università di Amburgo alla costruzione del primo data center di Google nel continente, passando per l’arrivo del marchio Beko e del colosso turco degli elettrodomestici Arçelik.
Per quanto riguarda le due rivali marocchine, Rabat è la prima tra le 30 città selezionate in termini di sicurezza delle proprietà e delle persone e di disponibilità di spazi verdi. Casablanca, invece, supera economicamente la capitale politica. Dal 2019 ha attirato quattro volte più progetti di Ide (113), per un importo 2,3 volte superiore, equivalente a più di 2 miliardi di dollari. È a Casablanca che ha sede la Federazione marocchina delle tecnologie dell’informazione, delle telecomunicazioni e dell’offshoring; e il servizio commerciale statunitense si trova presso il consolato di Casablanca.
Gli investimenti insufficienti nelle infrastrutture indeboliscono l’accesso al lavoro, sottolinea ancora Jeune Afrique. A Nairobi, sesta nella classifica generale, ma 18a per qualità del trasporto pubblico, solo il 4% degli utenti di minibus privati i cosiddetti matatu, riesce a raggiungere il proprio posto di lavoro in trenta minuti o meno, secondo uno studio della Banca Mondiale del 2021.
Il Cairo è in cima alla classifica in termini di investimenti, ma è penalizzata dall’inquinamento e dalla politica abitativa. Finora le soluzioni sono state creare città dal nulla, come la Nuova capitale amministrativa, in costruzione.
Anche per Abidjan, è il dinamismo economico a fare da traino mentre la disponibilità di alloggi di qualità è un punto negativo secondo gli intervistati. Nel 2023, il governo ivoriano ha avviato studi per sviluppare piani urbani al fine di modernizzare la città più grande del Paese.
Circa il 28% delle aziende stabilite in Ghana ha sede nella regione urbana di Accra, che chiude la Top 10. Tuttavia, la disoccupazione è quasi il doppio della media nazionale, viene sottolineato in una nota pubblicata a settembre dall’African Cities Research Consortium.
Le città africane nel loro insieme soffrono della mancanza di risposte a cinque requisiti fondamentali: integrazione economica, infrastrutture, inclusione dei residenti neo-urbani, cooperazione tra città e rapporto con lo Stato. Su questo punto si dovranno attrezzare in fretta, perché sono le città africane a registrare la crescita più rapida a livello globale. Secondo la Banca africana per lo sviluppo, il loro numero è aumentato da 3.300 all’inizio degli anni ’90 a 7.600 nel 2022.