Sta suscitando molto clamore in Senegal la notizia della morte di Mame Dikone Samb (nella foto), una cittadina senegalese residente in Italia da parecchi anni; morte avvenuta in circostanze non chiare a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, e che è stata presentata sui giornali senegalesi come conseguenza di un infarto provocato dall’uso di un taser (pistole elettriche) utilizzato dalle forze dell’ordine per immobilizzare la donna.
A Dakar la notizia – su cui sono in corso accertamenti – ha avuto una vasta eco ed è stata ripresa anche con finalità politiche per contestare il presidente Macky Sall. La parlamentare Mame Diarra Fam, esponente dell’opposizione eletta nella circoscrizione della diaspora, ha espresso la sua indignazione attraverso il quotidiano Dakaractu e ha accusato il Capo dello Stato di non impegnarsi a tutelare adeguatamente la sicurezza dei suoi concittadini all’estero. E, senza essere passata al vaglio di ulteriori verifiche, la storia è successivamente rimbalzata sui social, creando un’ondata di indignazione e animosità, in particolare tra i giovani afrodiscendenti in Italia che hanno visto un parallellismo tra la nota vicenda di George Floyd e il decesso di Mame Dikone Samb. Molti stanno fremendo per organizzare manifestazioni di protesta. Esponenti più anziani della comunità senegalese in Italia, come per esempio lo scrittore Pap Khouma, stanno esortando invece alla calma in attesa di acquisire le certezze del caso.
Il comando dei carabinieri di Bergamo ha negato che pistole taser siano in dotazione dell’Arma e ha riferito che le forze dell’ordine “erano dovute intervenire più volte nelle ultime settimane per contenere la signora Samb, che in varie occasioni aveva perso il controllo”. L’ultima risale al 14 aprile, giorno in cui la signora si era recata in banca a Grumello del Monte per fare un prelievo che, per varie ragioni, non le era stato possibile effettuare. La discussione con l’impiegato della banca sarebbe degenerata al punto di rendere necessario l’intervento dei carabinieri, che avrebbero portato la signora in caserma. Da lì sarebbe stato chiamato il 118, che sarebbe intervenuto ritenendo necessario sottoporre la signora a un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e portandola a questo scopo all’Ospedale di Alzano Lombardo, dove due giorni dopo, il 16 aprile, sarebbe avvenuto il decesso. La causa del decesso, a quanto riferito dal comando dei carabinieri, sarebbe stata una tromboembolia polmonare bilaterale.
La versione contrasta con quanto apparso sulla stampa senegalese, dove si parla di infarto provocato dall’uso di un taser. Il giornalista senegalese che ha ricostruito la vicenda, Sakho Malick, ha detto a Africa che vari testimoni avrebbero assistito alla scena. La famiglia della donna, che ha deciso di non parlare con la stampa, ha comunque nominato un avvocato per fare chiarezza. Dal legale abbiamo avuto conferma che è stata disposta un’autopsia che sarà effettuata presso l’Ospedale San Gerardo di Monza. Lamine Diouf, console generale del Senegal in Italia sta seguendo da vicino gli sviluppi. L’ambasciatore italiano in Senegal, Giovanni Umberto De Vito, contattato da Africa, ha espresso cordoglio per la morte della signora ma ha preferito non rilasciare dichiarazioni a proposito di quanto apparso sulla stampa senegalese, non avendo elementi sufficienti per farlo. A questo punto, dirimente diventa l’esito dell’autopsia. La famiglia avrebbe nominato anche un medico di fiducia per seguire questa fase.
(Stefania Ragusa)