L’Africa subsahariana è tra le regioni del pianeta più a rischio di temperature “molto pericolose” per la vita umana da qui al 2100: lo si apprende da uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment in cui si afferma che le stagioni che durano più di sei mesi a quasi 40 gradi centigradi potrebbero diventare una costante nell’Africa subsahariana e nel subcontinente indiano, e questo potrebbe avvenire anche se gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima saranno raggiunti e rispettati.
Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università di Harvard e dell’Università di Washington, negli Stati uniti, per cercare di determinare come potrebbero essere le temperature globali entro il 2100. Secondo i modelli climatici che emergono dallo studio, gli abitanti delle regioni tropicali, e più in particolare quelli dell’Africa subsahariana e del subcontinente indiano, rischiano di trovarsi di fronte a “temperature pericolose” per l’uomo durante “la maggior parte dei giorni dell’anno” e questo indipendentemente dal raggiungimento o meno degli accordi della Cop21 di Parigi.
Nello scenario peggiore, queste temperature estreme potrebbero durare due mesi all’anno nelle regioni più colpite. Il National weather service degli Stati Uniti che definisce “pericolose” per l’uomo temperature da 39,4°C e “estremamente pericolose” temperature pari o superiori a 51°C.
Foto di apertura: Amos Gumulira / AFP