In Africa subsahariana, il 66 percento dell’occupazione femminile è nei sistemi agroalimentari, mentre nel sud dell’Asia è il 71 percento. Il dato emerge da un comunicato delle agenzie Onu Fao, Ifad e Wfp sulla condizione delle donne nei sistemi agroalimentari. “Le donne- sottolineano le agenzie- sono essenziali per la sicurezza alimentare globale, regionale e nazionale”.
A livello globale, prosegue il comunicato, chiudere i divari di genere nella produttività agricola e nei salari all’interno dei sistemi agroalimentari potrebbe aumentare il prodotto interno lordo dell’1 percento, pari a quasi 1 trilione di dollari statunitensi, e garantire sicurezza alimentare a oltre 45 milioni di persone.
Nel 2022, riferisce ancora la nota, 388 milioni di donne e ragazze vivevano in povertà estrema e il 27,8 percento delle donne era in stato di insicurezza alimentare moderata o grave.
Questa immagine complessiva della disparità di genere è chiaramente evidente nelle aree rurali. Il limitato accesso alle risorse e agli input agricoli genera un divario di genere nella produttività del suolo, con una differenza del 24 percento tra la produttività delle aziende agricole gestite da donne e quelle gestite da uomini delle stesse dimensioni. Le donne guadagnano, in media, il 18,4 percento in meno nel lavoro salariato in agricoltura: quando gli uomini guadagnano un dollaro, le donne guadagnano circa 82 centesimi. Inoltre, ondate di calore e inondazioni colpiscono in modo diverso le donne e gli uomini che abitano in ambienti rurali e ampliano il divario di reddito.