Colpo di stato in Sudan

di Marco Trovato

Non c’è pace per il Sudan. Il premier Abdallah Hamdok è stato messo agli arresti domiciliari alle prime ore di oggi dopo che la sua abitazione è stata messa sotto assedio da una non meglio identificata forza militare. A riferirne è Al Hadath TV, citata da Al Jazeera. La notizia segue l’annuncio dell’arresto da parte di militari sudanesi di diversi esponenti delle autorità civili, tra cui alcuni ministri, il portavoce del premier ed un esponente del Consiglio sovrano.

Alle ore 5 di oggi militari non meglio indentificati hanno assediato l’abitazione del primo ministro Hamdok, dichiarandolo agli arresti domiciliari. Arrestati anche i ministri dell’Industria e dell’Informazione e un consigliere del premier.  

Il premier sudanese Abdallah Hamdok arrestato questa notte da militari golpisti

“L’accesso alle telecomunicazioni è stato limitato” – riferisce al Jazeera da Khartum – “quindi è molto difficile ottenere informazioni su cosa stia succedendo”. Secondo altre fonti ad aver preso il controllo sarebbero militari fedeli al generale Burhan, in un momento delicatissimo della transizione del Paese diviso in due fazioni dalla cacciata dell’ex presidente Omar al-Bashir.   

Solo ieri i gruppi pro democrazia avevano messo in guardia da un possibile colpo di mano dopo che le forze di sicurezza avevano disperso con i lacrimogeni una manifestazione di filomilitari che chiedeva lo scioglimento del governo di transizione. I manifestanti avevano bloccato per breve tempo le strade e i ponti principali di Khartum, isolando l’area centrale dai quartieri settentrionali. 

Internet è stato messo fuori uso in tutto il Paese mentre alcuni dimostranti si sono radunati nelle strade della capitale Khartoum per protestare contro gli arresti, dando fuoco a diversi pneumatici.     Alcuni uomini in uniforme militare hanno bloccato le strade principali che portano alla capitale mentre la televisione di stato ha cominciato a trasmettere canzoni patriottiche.

L’Associazione dei professionisti del Sudan, il principale gruppo politico pro-democrazia del paese, ha denunciato un colpo di stato in atto ed invitato la popolazione a scendere in piazza per protesta. Dal fallito golpe del mese scorso la tensione interna alle autorità della transizione è rimasta alta e pochi giorni fa, tra proteste di piazza e divisioni nella coalizione delle Forze di libertà e cambiamento, il premier aveva lanciato un appello al “dialogo”, e sottolineato la necessità di un cambiamento per portare avanti la transizione nel Paese che per 30 anni ha conosciuto solo Omar al-Bashir.

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