Un tribunale delle Comore ha rilasciato due donne, di 22 e 25 anni, dopo averle condannate per attività sessuali tra persone dello stesso sesso. A segnarlo è l’agenzia Reuters, da cui si apprende che la sentenza prevedeva una pena inferiore al periodo già trascorso in detenzione preventiva, portando al loro immediato rilascio.
Secondo le informazioni rese note, le due donne erano state arrestate a giugno dopo aver tentato di contrarre matrimonio con l’assistenza di un predicatore islamico. In base al Codice penale del 1981 delle Comore, le relazioni omosessuali sono punibili con pene detentive fino a cinque anni e multe. Nonostante la mancanza di protezioni legali contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, le autorità comoriane hanno raramente applicato queste leggi in passato. Tuttavia, l’arresto e la detenzione di queste due donne segnano un preoccupante precedente nell’applicazione delle normative anti-Lgbtq+.
Il caso delle due donne ha suscitato attenzione internazionale, evidenziando la situazione dei diritti Lgbtq+ nelle Comore. Organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per l’applicazione di leggi che criminalizzano l’omosessualità, sottolineando la necessità di riforme per garantire i diritti fondamentali di tutti i cittadini.
Secondo le organizzazioni per i diritti civili che hanno seguito il caso, il loro rilascio dopo aver scontato più tempo in detenzione preventiva rispetto alla pena inflitta solleva interrogativi sull’equità del processo giudiziario e sulla necessità di riforme legali per proteggere le minoranze sessuali nelle Comore.