L’alleanza delle Forze per la libertà e il cambiamento (Ffc), una coalizione politica civile del Sudan, ha concluso martedì un incontro di due giorni nella capitale egiziana Il Cairo, in cui ha preteso la fine immediata del conflitto in Sudan che dura ormai da più di 100 giorni.
In una dichiarazione, la coalizione ha chiesto l’avvio di un processo politico che porti alla fine immediata della guerra, una risposta efficace per risolvere la catastrofe umanitaria causata dalla guerra, la protezione dei civili in conformità con il diritto internazionale umanitario e la divulgazione, la responsabilità e le riparazioni per tutte le gravi violazioni commesse dalle parti belligeranti. Si tratta del primo incontro diretto della coalizione dallo scoppio del conflitto a metà aprile.
Le Ffc hanno domandato che il processo politico includa un’ampia partecipazione delle forze civili sudanesi a sostegno della fine del conflitto e di una transizione civile democratica in modo globale. Ha sottolineato la necessità che l’iniziativa avviata negli scorsi mesi da Arabia Saudita e Stati Uniti integri la roadmap dell’Unione Africana e dell’Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo dell’Africa Orientale (Igad), le decisioni della Conferenza dei Paesi Confinanti del Sudan e gli sforzi di pace delle comunità regionali e internazionali.
Anche a Lomé, la capitale del Togo, si è svolta domenica una consultazione con un focus sulla regione sudanese del Darfur. Alla conferenza hanno partecipato politici, attvisti e rappresentanti delle Forze di Supporto Rapido (Rsf) del Sudan. I partecipanti hanno concordato di onsentire l’arrivo degli aiuti e la partenza degli abitanti che lo desiderano. “I partecipanti alla consultazione di Lomé hanno deciso di invitare le parti in guerra, in particolare le Rsf, a proteggere i corridoi umanitari e l’accesso degli aiuti alla regione” ha fatto sapere il ministro degli Esteri Togolese, Robert Dussey. Alle Rsf è stato inoltre chiesto di utilizzare l’aeroporto di Geneina per ricevere aiuti internazionali e umanitari destinati alla popolazione del Darfur.
“L’incontro di Lomé non mette in discussione i colloqui di pace attualmente condotti da Arabia Saudita, Stati Uniti, gli sforzi in corso dell’Igad (l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo) e dei Paesi vicini. Il Togo è molto lontano da questo conflitto, ma le sue passate esperienze di mediazione gli danno un certo peso per porre fine alla guerra in Sudan”, ha sottolineato Dussey.