Una vittoria al primo turno con l’88,57% per il presidente Denis Sassou Nguesso è stata annunciata ieri dal ministro dell’Interno Raymond Mboulou alla televisione pubblica della Repubblica del Congo. I risultati provvisori della Commissione elettorale sono giunti appena 48 ore dopo le operazioni di voto di domenica, un ritmo che ha sorpreso molti, compresi gli esponenti dell’opposizione che mettono in dubbio la veridicità dei dati raccolti sull’intero territorio nazionale.
La quarta vittoria di Sassou, 77 anni di cui 37 alla guida del Paese, era scontata. Vanta inoltre, questa volta, un elevato tasso di partecipazione, che ufficialmente ha toccato il 67,55%. Per il leader del Partito congolese del lavoro (Pct), è una vittoria ancora più solida di cinque anni fa, quando ottenne il 60,19% delle preferenze.
Con uno scarto significativo, il candidato arrivato secondo era il favorito tra gli oppositori, Brice Parfait Kolelas, deceduto con covid-19 all’età di 61 anni il giorno dopo che il Paese si è recato alle urne. Kolelas ha ottenuto solo il 7,87% delle preferenze, un risultato molto inferiore a quello del 2016 quando conquistò il secondo posto con circa il 15% dei voti. L’ex ministro delle Finanze Mathias Dzon ha ottenuto l’1,90% e gli altri candidati meno dell’’1%. Gli oppositori hanno già annunciato che presenteranno ricorsi, a cominciare dall’entourage di Kolelas che denuncia irregolarità massicce. Mathias Dzon, da parte sua, ha parlato di un “voto calamitoso”. Ci saranno tre giorni di tempo per fare appello presso la Corte costituzionale.
Denis Sassou Nguesso è uno dei “dinosauri” della politica africana. Ex ufficiale dei paracadutisti, è arrivato al potere nel 1979, diventando presidente dell’allora Repubblica popolare del Congo. Nel 1992, venne destituito da Pascal Lissouba. La crisi fra lui e Lissouba sfociò in un conflitto armato nel 1997. Lo scontro fu vinto nel giro di qualche mese da Nguesso, che nell’ottobre dello stesso anno tornò a coprire la carica di presidente.