È stato prelevato ieri mattina a Brazzaville davanti alla sua abitazione da uomini in borghese e portato alla sede dei servizi di sicurezza nazionale uno dei coordinatori della Piattaforma congolese delle organizzazioni per i diritti umani, Alexandre Ibacka Dzabana. Otto organizzazioni congolesi e internazionali denunciano l’arresto definito “illegale” dell’attivista, un uomo di 77 anni con una salute fragile, paragonandola a un vero e proprio rapimento.
Secondo il comunicato delle Ong, le ragioni dell’arresto di Dzabana non sono state comunicate al suo avvocato, intervenuto per cercare di capire l’accaduto. Secondo Radio France Internationale (Rfi), che ha intervistato Thierry Moungalla, portavoce del governo, esistono “elementi materiali” in possesso dei servizi di intelligence, ma che non possono essere resi noti, che hanno “giustificato il suo arresto e il suo interrogatorio da parte dei servizi specializzati”. Dzabana potrebbe essere sospettato di voler destabilizzare il processo elettorale in corso verso le elezioni presidenziali del prossimo 21 marzo, e alle quali si ricandida Denis Sassou-Nguesso, 77 anni, di cui 36 a capo della Repubblica del Congo, che cerca un quarto mandato.
“Questi fatti purtroppo illustrano il deterioramento molto preoccupante della situazione degli esponenti della società civile e dei difensori dei diritti umani nella Repubblica del Congo” scrivono nel loro comunicato le organizzazioni Agire insieme per i diritti umani, Osservatorio congolese sui diritti umani (Ocdh), Tournons la Page (Tlp), Piattaforma delle Ong per i diritti umani e la democrazia, Acat-France, Fidh nell’ambito dell’Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani, Organizzazione mondiale contro la tortura e il collettivo Sassoufit. Tutte lanciano un appello alle massime autorità di Brazzaville per il rilascio immediato incondizionato di Alexandre Ibacka Dzabana e l’apertura di un’indagine. Dzabana è presidente del movimento AM22 e membro della coalizione Tournons la page (voltiamo pagina).