Congo Inc. Il testamento di Bismarck, di In Koli Jean Bofane

di AFRICA
Congo Inc. Il testamento di Bismarck, di In Koli Jean Bofane

 

Congo Inc. Il testamento di Bismarck, di In Koli Jean BofaneVi ricordate di Célio, l’originale protagonista di Matematica congolese che nel Compendio di matematica a uso del secondo ciclo – unica eredità lasciatagli dal padre – trova le chiavi per risolvere i problemi? Ebbene lo ritroviamo in questa nuovo romanzo, però solo in un cameo, che conferma il talento e l’efficacia di questo autore, la cui biografia – con le sue drammatiche andate e ritorni tra Zaire-Congo e Belgio, e con la creazione, a Kinshasa, di un’editrice di fumetti satirici nei primi anni Novanta – è da sola un romanzo. Bofane, che per la presente opera ha riportato l’ultimo Premio dei Cinque Continenti della Francofonia, è ormai a buon diritto tra i più autorevoli portavoce, sul versante letterario, dell’anima del suo Paese. Com’è solito affermare, è la politica il grande interesse della sua scrittura, perché è con la politica che si è sempre trovato ad avere a che fare. Ma non andiamo a immaginare questo libro come una lunga tirata in politichese. Tutt’altro. C’è azione, c’è intreccio – anzi molti intrecci –, c’è una regia condotta con mano ferma. E c’è divertimento, ironia, naturalmente satira sociale e politica, il tutto sapientemente alternato a momenti di alta drammaticità.

Il protagonista, Isookanga, è un giovane metà-pigmeo-metà-bantu che ha scoperto, dopo l’installazione nel suo villaggio di un ripetitore del segnale di internet, le delizie della globalizzazione. Predestinato a diventare il capo della sua gente, e già con un grosso bagaglio di conoscenze sulla vita della foresta, il suo passatempo preferito diventa da quel giorno un videogame che è una sorta di spietato Risiko. Della foresta non ne può più: «Io sono un mondialista che aspira a diventare un globalizzatore». E un bel giorno parte per Kinshasa.

Isoo non è però uno stupido, e nella capitale saprà cavarsela, divenendo in breve tempo il leader dei bambini di strada che si ritrovano la notte al Grand Marché. Fa società con un cinese e con lui tenterà di mettere a profitto la conoscenza con un ex militare tutsi divenuto responsabile di un parco nazionale, di cui però interessa solo, a quest’ultimo, il sottosuolo – non tutte le solfe degli ecologisti: «Che cosa crede quella gente? Che con un tronco d’albero si possano fabbricare computer potenti, un iPhone o un missile?». E poi ci sono un’antropologa (piena di stereotipi sugli africani), la missione Onu e i suoi traffici, lo scaltro fondatore di una delle tante Chiese della prosperità, le inattese vicissitudini del cinese, lo zio di Isoo, capovillaggio tradizionalista ma molto meno fuori del mondo di quanto non verrebbe da credere. E poi il problema dell’irriducibile «mondialista»: non avere subito la circoncisione, per colpa di una madre “distratta”…

Fra tante vicende, l’autore mette in scena una straordinaria e contemporanea “commedia congolese” dove, tra ironia e tristezza, constata come il suo Paese stia di fatto dando esecuzione, a distanza di oltre un secolo, al «testamento di Bismarck» citato in esergo: «Il nuovo Stato del Congo è destinato a essere uno dei più importanti esecutori dell’opera che intendiamo realizzare»…

66thand2nd, 2015, pp. 229, € 17,00

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