Coppa Africa, spettacolo tra sorprese ed errori

di Enrico Casale

Inni sbagliati, partite finite prima del tempo, eliminate eccellenti, stadi nuovi ma semivuoti e arbitri donne. La Coppa d’Africa che si sta giocando in Camerun è stata finora un campionario di stranezze, sorprese e storie memorabili e nulla può impedirci di pensare che gli ottavi di finale che prenderanno il via domani non riservino altrettante emozioni.

di Tommaso Meo

Iniziando dal campo, la fine della fase a gironi ha sancito almeno due grandi delusioni che hanno la forma delle Black Stars ghanesi e dei campioni in carica algerini. Queste defezioni sono di portata storica, basti pensare che il Ghana non mancava una qualificazione agli ottavi dal 2006 e, ancora più sorprendentemente, non ha vinto nemmeno una partita quest’anno, cosa mai successa in 22 partecipazioni al torneo.

L’eliminazione dell’Algeria fa ancora più rumore perché la squadra capitana da Riyad Mahrez, stella del Manchester City, arrivava con il vento in poppa a questa competizione, forte del successo nel 2019 e di 34 partite consecutive senza perdere. La striscia si è però interrotta nel modo più brusco e inatteso contro la Guinea Equatoriale che ha battuto per 1-0 i nordafricani nella seconda partita del girone. L’Algeria non è più riuscita a rialzarsi e a spedire a casa la squadra da tutti ritenuta favorita per la vittoria finale ci ha pensato la Costa d’Avorio con un perentorio 3-1. 

Se gli elefanti ivoriani sono ora tra i più seri pretendenti al successo continentale, insieme ai padroni di casa del Camerun, al Senegal, alla Nigeria e all’Egitto, i gironi di quest’anno hanno messo sulla mappa del calcio africano parecchie sorprese, sintomo di un movimento in crescita anche nelle periferie dell’impero.

Momento di gioco della partita Camerun-Burkina Faso vinta per i campioni di casa 2-1

Ne sono l’esempio più lampante le Isole Comore e il Gambia, che hanno centrato entrambe la qualificazione alla fase a eliminazione diretta alla loro prima partecipazione a una Coppa d’Africa. Il piccolo Gambia ha impressionato, finendo secondo nel suo girone solo per la differenza reti, mentre le Comore hanno passato il turno come una delle migliori terze, in compagnia di Malawi, Capo Verde e Tunisia.

Se il divertimento in campo c’è sicuramente stato, tra diversi gol all’ultimo minuto, rocambolesche rimonte come quella della Sierra Leone con la Costa d’Avorio e reti spettacolari – Hakimi insegna -, il vero assente finora è stato il pubblico. Solo il Camerun, nazione ospitante, ha avuto il sostegno che una nazionale meriterebbe, complici i protocolli Covid che richiedono il vaccino per entrare negli stadi e i bassi tassi di vaccinazione nel continente, da cui il Paese dell’Africa occidentale peraltro non si discosta.

A guardare le partite in televisione si ha avuto più volte una sensazione di straniamento tra gli impianti nuovi e le tribune semideserte. La Can rimane però un evento che attira l’attenzione di tutta l’Africa, oltre che dei Paesi partecipanti, ed è seguitissima in tv ma non solo. Su Facebook infatti spopolano le dirette di persone che, riprendendo il proprio apparecchio, mostrano la partita anche a chi non può permettersi di vederla in altro modo.

Tifosi del Camerun. Finora l’affluenza del pubblico agli stadi è stata sotto le attese

Chissà cos’avranno pensato, per esempio, i tifosi tunisini vedendo l’arbitro dello Zimbabwe Janny Sikazwe fischiare due volte prima del 90’ la fine del match che la loro squadra stava perdendo con il Mali, in uno dei momenti più condivisi sui social di tutto il torneo. Non è andata meglio ai mauritani che avrebbero voluto cantare l’inno del proprio Paese prima della gara d’esordio della loro nazionale contro il Gambia. Qualcosa non ha funzionato, è partita per due volte la musica sbagliata e alla fine i giocatori hanno canticchiato qualche parola a cappella. Tra i video più circolati in questi giorni c’è anche quello della papera del portiere della Costa d’Avorio che prima con una goffa caduta consegna la palla agli attaccanti avversari e poi li guarda con aria disperata segnare. Non c’è nemmeno il bisogno di dire che la sua espressione è diventata subito virale e materiale per molti meme.

Una delle note più liete di questo inizio, e forse non condivisa abbastanza, è stata la presenza per la prima volta di arbitri e assistenti donne nella competizione. Salima Mukansanga del Ruanda è stata la prima donna ad arbitrare una partita, assistita da Carine Atemzabong (Camerun), Fatiha Jermoumi (Marocco) e dall’arbitro al Var Bouchra Karboubi (Marocco). Mukansanga era già diventata la prima donna nella storia della Coppa d’Africa a partecipare ad una partita del torneo, come quarta assistente dell’arbitro nella partita tra Guinea e Malawi il 10 gennaio.

Archiviati i gironi e le sue storie, nel tabellone degli ottavi da tenere d’occhio in modo particolare ci sono almeno due partite: Nigeria-Tunisia e Costa d’Avorio-Egitto. Tre squadre che arriveranno ai quarti saranno invece delle outsider. Se li contendono Burkina Faso-Gabon, Mali-Guinea Equatoriale e Guinea-Gambia. Il Senegal che affronta le Comore e il Camerun che sfida Capo Verde sembrano favoritissimi ma, come ci sta abituando questa Coppa, meglio non scommettere contro le sorprese.

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