I casi di contagio da coronavirus registrati ufficialmente in Africa hanno superato il milione: lo riportano i media internazionali. Il continente ha meno casi confermati dell’Europa, che registra 1,7 milioni di contagi, e degli Stati Uniti, 4,8 milioni. La autorità sanitarie sono però preoccupate per i test insufficienti.
Il Sudafrica è il Paese più colpito dalla pandemia, con 538.184 casi ufficiali, 8.307 dei quali aggiunti ieri, e 9.604 decessi (un aumento giornaliero di 306 morti). L’Egitto registra circa 95.000 casi e la Nigeria circa 45.000. L’Africa Centres for Disease Control and Prevention (Africa Cdc, struttura legata all’Unione Africana) sta monitorando anche i casi di Ghana, Kenya, Etiopia, Sudan, Zambia e Zimbabwe.
Oltre il 65% dei 55 Paesi africani ha riportato finora meno di 5.000 casi. Risultati lodevoli, secondo gli esperti, legati anche a una chiusura delle frontiere più rapida qui che altrove. Mancano però i test e ciò fa sì che, probabilmente, i dati siano sottostimati.
Non solo ma la stessa Africa Cdc ammette che in Africa è presente una certa «stanchezza della comunità»: molte persone si stancano dei messaggi di prevenzione e non seguono le direttive. Il rischio è che il calo di attenzione possa portare a un ulteriore aumento dei casi. «Sappiamo che indossare costantemente maschere aiuterà questa situazione, ma il rischio è che le persone non le indossino più», osservano gli esperti.
Un vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’Università di Oxford e testato in Sudafrica, Regno Unito e Brasile, sta destando grandi speranze anche perché sembra efficace e sicuro. Ma è ancora troppo presto per sapere se sarà sufficiente per offrire protezione alla popolazione (africana e non solo).