La decisione è un duro colpo, che colpisce in particolare l’influente Fesci, associazione studentesca che per decenni ha giocato un ruolo anche nella politica ivoriana. Il governo ha annunciato in consiglio dei ministri lo scioglimento delle associazioni degli alunni e degli studenti.
“Data la flessibilità della legislazione relativa alla creazione di associazioni, che si costituiscono liberamente senza previa autorizzazione, numerose associazioni studentesche sono nate e operano negli istituti scolastici. Tuttavia tali associazioni, soprattutto quelle a carattere sindacale, commettono ripetutamente gravi abusi nello svolgimento delle loro attività”, si legge nel comunicato governativo.
L’operazione recentemente effettuata dalle autorità universitarie al fine di ripulire residenze e campus universitari ha permesso di scoprire, in questi luoghi, numerose armi bianche utilizzate per commettere crimini e seminare disordini nei campus universitari e anche oltre l’ambito accademico, afferma la nota.
“Al fine di preservare l’ordine e la sicurezza pubblica e garantire durevolmente la tranquillità e la coesione sociale negli spazi scolastici e universitari, il presente decreto scioglie tutte le associazioni studentesche a carattere sindacale, costituite ed operanti nel mondo scolastico e universitario, in applicazione dell’articolo 22 dell’ordinanza n. 2024-368 del 12 giugno 2024 relativa all’organizzazione della società civile”.
Nata negli anni Novata, la “Fédération estudiantine et scolaire de Côte d’Ivoire” scese in piazza per chiedere più democrazia e multipartitismo, insieme ai partiti di opposizione, tra cui l’Fpi di Laurent Gbagbo.
“Anche se nel 1991, dopo un primo scioglimento, entrò in clandestinità, i suoi membri si addestrarono e si organizzarono in modo quasi militare. Con l’omicidio nel 1991 dello studente disertore Thierry Zébié, passato dalla parte del potere, per la prima volta Fesci si è sporcò le mani di sangue. Per Martial Ahipeaud – primo segretario generale del Fesci tra il 1990 e il 1993 – intervistato telefonicamente, è stato il governo a portare la violenza nei campus, in particolare armando gli oppositori”, riferisce il canale francese France24, in una retrospettiva sulla controversa organizzazione.
“Nel 2001, mentre la Costa d’Avorio si preparava a sprofondare in una crisi politico-militare, la ‘guerra del machete’, che contrappose all’interno della Federazione un ramo filo-Ouattara e un filo filo-Gbagbo, provocò molte vittime. Il conflitto interno fu vinto dal campo pro-Gbagbo, allora presidente della Costa d’Avorio. Gli anni che seguirono, secondo un rapporto di Human Right Watch del 2008, sarebbero stati l’occasione per un’ondata di violenza, sia ’politica che criminale’, diretta principalmente contro altri studenti percepiti come oppositori del governo in carica. La maggior parte degli abusi più gravi sono stati subiti dai membri di un gruppo studentesco rivale, l’Associazione Generale degli Alunni e degli Studenti della Costa d’Avorio (Ageeci), accusata dalla Fesci di sostenere i ribelli delle Forze nuove, spiega il rapporto. Secondo Martial Ahipeaud, “dal 2000 al 2011, l’Fpi e l’Rdr [presieduto da Ouattara, ndr] si sono battuti violentemente attraverso i loro sostegni all’interno della Fesci, impedendo così ai puristi del movimento di esprimersi. La fonte della violenza sistemica all’interno di Fesci è quindi il desiderio di controllo da parte dei due partiti”, ha spiegato a France24.
Diversi ex segretari generali della Fesci hanno avuto destini politici nazionali, a cominciare da Guillaume Soro – ex primo ministro e presidente dell’Assemblea nazionale – e Charles Blé Goudé – ministro della Gioventù di Laurent Gbagbo. Molti altri, più recentemente, hanno ricoperto incarichi importanti nell’amministrazione, o hanno cercato mandati come sindaci o deputati in tutto lo spettro politico. Per il politologo Geoffroy-Julien Kouao, finora “essere segretario generale del Fesci significa assicurarsi una carriera politica”.
Il destino verso la fine della Fesci si è giocato nelle ultime settimane attorno a due omicidi interni: Kambou Sié, attuale segretario generale e diversi altri studenti sono indagati per associazione a delinquere, assassinio di Deagoue Mars Aubin detto “General Sorcier” e atti di complicità nell’assassinio e percosse mortali su Diomande Khalifa, esponente della Fesci. Deagoue Mars Aubin era considerato il principale rivale del segretario generale dell’organizzazione. Il pubblico ministero è ben deciso a fare luce su tutta questa vicenda.
Il 5 ottobre, dopo la scoperta del cadavere di “General socrcier”, le autorità hanno sferrato il primo colpo, espellendo più di 5.000 persone, studenti e non, ospitate dalla Fesci nei campus universitari di Abidjan, Bouaké e Daloa. Da molti anni la Federazione si è assunta la responsabilità dell’assegnazione e della gestione delle aule universitarie. La polizia che ha fatto irruzione nel campus in questa occasione ha scoperto “un grosso lotto di armi bianche tra cui 107 machete, granate e diversi altri materiali, in particolare tute delle Forze di Difesa e di Sicurezza”, come riferisce il Consiglio di Sicurezza Nazionale nel suo comunicato stampa di ottobre 17. Scopert anche una sala di tortura, una casa di prostituzione e quattro sale fumatori. L’intervento ha provocato 28 arresti.