Un workshop di rafforzamento delle capacità degli ispettori del lavoro e degli ispettori medici iniziato mercoledì 20 gennaio, si chiude oggi Grand Bassam. L’iniziativa, che si sta svolgendo nel quadro del rafforzamento delle capacità degli attori nazionali contro il lavoro minorile, permetterà lo sviluppo di una strategia di ispezione del lavoro nel settore del cacao volta a combattere l’occupazione minorile.
Lo sfruttamento di bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni ha infatti registrato un’impennata con la pandemia di covid-19. Una recente ricerca dell’International Cocoa Initiative (Ici) ha rivelato un preoccupante aumento dell’occupazione minorile nelle piantagioni, pari al 21,5%, negli ultimi mesi.
Per valutare l’impatto della pandemia di covid-19 sul lavoro minorile, l’Ici ha analizzato i dati di 263 comunità della Costa d’Avorio. In queste comunità, 1.443 famiglie di coltivatori di cacao sono state visitate nell’ambito del Child Labour Monitoring and Remediation System (Clmrs) tra il 17 marzo e il 15 maggio 2020 per identificare i casi di lavoro minorile. I risultati dell’Ici mostrano che la percentuale di bambini impiegati nel lavoro minorile è stata più alta durante questo periodo di due mesi (19,4%) rispetto al 16% negli stessi mesi, nelle stesse comunità, negli anni precedenti. Questo corrisponde a un aumento del 21,5% nell’identificazione del lavoro minorile.
I test statistici supportano l’ipotesi, sottolinea l’Ici, che l’aumento del lavoro minorile dal 17 marzo al 15 maggio 2020 sia legato allo scoppio della pandemia e non sia dovuto a una tendenza generale. Ma, come precisa l’Ici, sono necessarie ulteriori verifiche nei prossimi mesi.
Come primo produttore mondiale di cacao con più di 1,5 milioni di tonnellate, cioè il 40% della produzione mondiale, la Costa d’Avorio non è sfuggita alle critiche dei partner esterni che chiedono una produzione senza lavoro minorile in linea con i criteri di sostenibilità ambientale e umana.