Costa d’Avorio: domani alle urne per elezioni parlamentari

di Valentina Milani
elezioni in costa d'avorio

Si è conclusa alla mezzanotte di ieri la campagna elettorale per le elezioni parlamentari in programma domani in Costa d’Avorio. Fonti di AfricaRivista/InfoAfrica nella capitale economica, Abidjan, hanno riferito che la campagna elettorale si è svolta a grandi linee nella calma, con alcuni casi isolati di violenze. Tra questi la distruzione di cartelloni promozionali, l’aggressione di un sostenitore di una parte politica, le pressioni su un candidato costretto a fuggire nel dipartimento di Adzope.

Se il clima è decisamente meno teso rispetto alle elezioni presidenziali del 30 ottobre scorso, c’è grande vigilanza per il timore che possano scoppiare episodi violenti domani, il giorno del voto, e nei giorni successivi.

La grande sfida si gioca tra i candidati del Rassemblement des houphouëtistes pour la démocratie et la paix (Rhdp), la coalizione del presidente Alassane Dramane Ouattara, e quelli dell’alleanza tra il Partito democratico di Costa d’Avorio (Pdci) di Henri Konan Bedie, fuoriuscito dall’Rhdp, e la nuova piattaforma Eds (Insieme per la democrazia e lo sviluppo) filo Laurent Gbagbo, l’ex presidente scagionato dalla Corte penale internazionale ma tuttora in Belgio impossibilitato a tornare. Sebbene Gbagbo non sia potuto rientrare in patria, gli osservatori lo dicono onnipresente in questa campagna elettorale, in cui si dibatte anche molto sul suo eventuale ritorno in tempi rapidi.

Altra alleanza in gara, quella che fa capo a Pascal Affi N’Guessan, leader dell’ala del Fronte Patriottico ivoriano (Fpi) dissidente dal resto del partito fondato da Gbagbo.

La posta in gioco di queste elezioni parlamentari è altissima. Esattamente un anno fa, il 5 marzo 2020, il presidente Ouattara aveva annunciato che non si sarebbe candidato per un terzo mandato consecutivo alla guida dello Stato “per lasciare i comandi a una nuova generazione”. Decisione poi rovesciata dopo il decesso del suo delfino e candidato alla successione, Amadou Gon Coulibaly. La terza candidatura di Ouattara ha scatenato un’ondata di proteste, episodi di violenza e la ferma condanna da parte dei pesi massimi della politica ivoriana, tra cui Bedie, Gbagbo, N’Guessan e Guillaume Soro. La rielezione di Ouattara, favorita dal boicottaggio e dall’appello alla disobbedienza civile lanciata dagli oppositori, non è stata riconosciuta dagli oppositori, giunti persino a proclamare autonomamente la fine del mandato di Ouattara. Per questo, N’Guessan e altri leader erano finiti in manette.

Alle ultime elezioni legislative, nel dicembre 2016, l’Rhdp all’epoca alleato del Pdci aveva conquistato la maggioranza assoluta con 167 seggi. Mantenere una così ampia maggioranza si preannuncia molto difficile, anche se le liste dei candidati filo-Ouattara sono presenti in tutte le circoscrizioni nazionali. C’è in questa campagna un assente di spicco: il primo ministro Hamed Bakayoko, candidato a Seguela, nel nord, in Francia da due settimane per motivi di salute. 

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