Nella veranda della casa che ospita il quartier generale del Fronte popolare ivoriano (Fpi) ad Abidjan, da giorni si stanno pianificando le attività da svolgere nei vari quartieri della capitale economica e dell’intero Paese per accompagnare il ritorno di Laurent Gbagbo previsto per oggi, 17 Giugno
C’è coda alla porta dell’ufficio di consegna di accrediti per la stampa, dove già ieri circa 200 badge sono stati affidati a cronisti nazionali e internazionali. Nel cortile, nonostante la pioggia che va e viene, si alternano i simpatizzanti venuti ad acquistare i gadget realizzati per l’occasione con l’effigie di colui che considerano tuttora il vero vincitore delle elezioni presidenziali del dicembre 2010, rimosso con la forza dopo mesi di braccio di ferro con l’attuale presidente Alassane Ouattara che fu all’epoca apertamente appoggiato, sia diplomaticamente che militarmente, dalla Francia e dalle Nazioni Unite.
Ma per ora, nessun rancore o desiderio di vendetta, bensì la grande gioia di poter accogliere nella dignità il leader politico assolto da ogni accusa di crimini di guerra e contro l’umanità dopo un lungo processo presso la Corte Penale internazionale (Cpi) dov’era imputato assieme all’ex leader dei Giovani Patrioti, Charles Blé Goudé, anche lui assolto. Il volo che riporterà Gbagbo dal Belgio, dove ha vissuto dalla prima assoluzione pronunciata nel 2019 e in attesa del processo in appello voluto dalla procuratrice Fatou Bensouda, è atteso oggi pomeriggio all’aeroporto Felix Houphouet Boigny di Abidjan dove, secondo le ultime indiscrezioni, Gbagbo avrà accesso al padiglione presidenziale dal quale – resta da confermare – potrebbe pronunciare il suo primo discorso alla nazione ivoriana.
La popolarità di Gbagbo è significativa ad Abidjan, e anche tra coloro che non sposano la sua corrente politica, si auspica un ritorno nella pace e nello spirito di riconciliazione. Tra i suoi sostenitori, si attendono con entusiasmo le indicazioni che consentiranno alla folla di poter manifestare la propria gioia. Timori di possibili episodi di tensione sono legati a potenziali infiltrazioni di giovani delinquenti, i “microbes”, come sono chiamati ad Abidjan, ma che in molti considerano bande strumentalizzate dalle autorità per fomentare la paura e impedire alle persone di manifestare.
#Gbagbopourlareconciliation è l’hashtag che accompagna le iniziative legate al ritorno del leader 76enne, evento considerato opportunità storica per chiudere la pagina delle divisioni. E anche da questo punto di vista, c’è la netta sensazione che la gente ha capito che i discorsi basati sulle divisioni e le tensioni non sono altro che strategie politiche per la conquista del potere. Gli ivoriani, un popolo orgoglioso delle sue oltre 60 etnie, “si sono divisi a causa della guerra civile (scoppiata il 19 settembre 2002, Ndr), una guerra appoggiata da Ouattara, e proseguita in regolamenti di conti e repressione nei confronti di chi appoggiava Gbagbo, alcuni ex collaboratori di Gbagbo sono tuttora in carcere, dopo anni di detenzione”, sostiene John Trazie, dell’ufficio di comunicazione del Fpi, incontrato da InfoAfrica/Rivista Africa presso l’attuale sede del partito, nella casa del defunto vicepresidente Abou Dramane Sangaré, colui che ha guidato la formazione mentre Laurent Gbagbo era detenuto.
Dalla redazione di Le Temps, un quotidiano filo Gbagbo, il capo redattore Yacouba Gbané è convinto che le divisioni tra gli abitanti della Costa d’Avorio, che esse siano state basate sull’appartenenza geografica, etnica, o religiosa, sono state strumentalizzate. “Io stesso sono del nord – dice Gbané all’inviata di InfoAfrica/ Rivista Africa ad Abidjan – una regione dove il tasso di analfabetismo è molto elevato e dov’è facile manipolare le persone”. Le Temps è fermo da lunedì e fino a oggi, sanzionato dall’Autorità nazionale della stampa (Anp). “Avevamo pubblicato un sondaggio, ripreso da Le Monde Afrique, secondo il quale Gbagbo è più popolare di Ouattara. La sanzione è arrivata perché non abbiamo precisato che il sondaggio era stato realizzato nel 2019”, spiega Gbané. Dagli uffici di Le Temps si prepara anche parte della pubblicazione di LgInfo, un altro giornale vicino alla linea politica di Gbagbo, edito dalla stessa casa, il gruppo Cyclone. OIeri, Lg titolava a lettere rosse: “Il popolo aspetta il suo capitano”. Oggi, il saluto del ritorno sarà seguito da milioni di ivoriani.