Nonostante le sue 89 ‘primavere’, Henri Konan Bédié era tuttora una figura politica di primo piano della Costa d’Avorio, nazione di cui è stato presidente dal 7 dicembre 1993 sino al golpe del 24 dicembre 1999. “Hkb”, le iniziali che fungevano sa soprannome, è morto ieri, 1° agosto, in prima serata al Policlinico internazionale Santa Maria di Abidjan, dov’era stato trasferito dopo essersi sentito male a Daoukro, la città in cui era nato, il 5 maggio 1934.
Bedié, che alcuni osservatori soprannominavano anche “l’immortale”, vista la sua longeva e attiva carriera politica, era impegnato nel sostenete il Partito democratico di Costa d’Avorio (Pdci) nella cosra verso le elezioni amministrative e regionali previste a settembre. Aveva stretto un’alleanza con il partito del collega ed ex presidente Laurent Gbagbo, un altro pilastro della vita politica ivoriana.
Presidente dell’Assemblea nazionale dal 1980, Bédié divenne capo di Stato alla morte di Félix Houphouet-Boigny, “padre” dell’indipendenza del Paese nel 1993. Eletto due anni dopo durante le elezioni presidenziali, fu rovesciato da un colpo di stato guidato dal generale Robert Guéi nel 1999.
Sostenuto dal Pdci-Rda di cui era presidente, si era candidato nuovamente alle presidenziali del 2011, arrivando terzo al primo turno; decise di sostenere la candidatura di Alasaane Ouattara, uscito vittorioso dalla crisi del 2010-2011.
Dopo essere stato ambasciatore della Costa d’Avorio negli Stati Uniti (1961-1966), tornò in patria come Delegato per gli Affari Economici e Finanziari (1966-1968), poi Ministro dell’Economia e delle Finanze (1968-1977) e infine presidente dell’Assemblea nazionale (1980-1993) sotto la presidenza di Félix Houphouët-Boigny. Dal 1993 era alla guida della sua formazione, il Pdci-Rda.
Non è chiaro chi assumerà le redino del partito rimasto orfano.