“Appena nominato primo ministro ad interim, Patrick Achi è stato trasferito in Francia a seguito di un malore”, “Ci dicono che Achi sia ammalato”: questi post, e ben altri, sono circolati in rete poco dopo l’annuncio del decesso del primo ministro ivoriano Hamed Bakayoko, giunto al trapasso in Germania la sera del 10 marzo. Un decesso inatteso, preceduto solo da qualche fuga di notizie non ufficiali, a seguito di una malattia folgorante – un cancro al fegato, come comunicato – a soli sette mesi dalla morte, anch’essa inaspettata, del suo predecessore alla carica di primo ministro, Amadou Gon Coulibaly. La coincidenza ha fomentato voci di una ‘maledizione’ sugli uomini che toccano la suprema poltrona governativa, aggiuntasi a quelle di un possibile complotto per avvelenamento. E con questa, forse qualche battuta di cattivo gusto finita poi sui social media.
Ma nulla di tutto questo, per Achi, almeno per ora. L’altro ieri, lo stesso ministro di Stato, che assume ad interim l’incarico lasciato vuoto da Bakayoko, è intervenuto sul suo profilo Facebbok con un appello a “tornare alla ragione”. “Cari amici” – ha esordito il neo premier nel suo messaggio – “da diversi giorni si stanno diffondendo voci folli sulla mia salute (…). Nulla di tutto ciò è vero” ha rassicurato Achi, nato 65 anni fa a Parigi.
“Nell’impegnativo contesto che ci circonda, devo anche dire a chi diffonde queste fake news che è indecente comportarsi in questo modo, mentre piangiamo con infinita tristezza la scomparsa del primo ministro, mio fratello Hamed Bakayoko”, ha precisato.
Da ieri è in atto in Costa d’Avorio un lutto nazionale che durerà otto giorni, fino ai funerali di venerdì prossimo.
Intanto, non sono giunte smentite simile a quelle di Achi da parte del presidente della Tanzania, John Magufuli, che secondo notizie non ufficiali sarebbe ricoverato all’estero (forse in India) in condizioni serie. Secondo alcune fonti, sarebbe malato di covid-19, la malattia che egli stesso voleva minimizzare, quasi ignorare.
