Abidjan ha dato il via libera alla creazione di una base americana a Odienné, nel nord-ovest della Costa d’Avorio, dove gruppi jihadisti saheliani minacciano i Paesi del Golfo di Guinea. È quanto riferisce la corrispondente di Le Monde ad Abidjan, Marine Jeannin, in un articolo pubblicato poche ore fa sul sito del quotidiano francese. Contattato, il portavoce del governo ivoriano non ha voluto ufficializzare l’informazione, fornita “da diverse fonti vicine alla questione”.
Diversi media stanno rilanciando la notizia. Il social media Aes Info, che cura notizie da Niger, Mali, e Burkina Faso, fondatori della nuova Alleanza degli Stati del Sahel, lo fa dando come chiave una possibile “minaccia imperialista” alle porte del Sahel. Sostiene che la notizia suscita grande preoccupazione tra le popolazioni delle aree frontaliere in Mali e in Guinea. “La scelta di Odienné non è casuale. Questa località offre una posizione geografica ideale per monitorare sia parte del Golfo di Guinea, zona strategica e ambita che si estende da Nouakchott a Lomé, sia i paesi del Sahel, con vista diretta su Bamako e Ouagadougou. L’installazione americana dovrebbe essere equipaggiata anche con la nuova versione dei droni Reaper, sofisticate macchine in grado di svolgere missioni di sorveglianza e attacco su lunghe distanze. Questa capacità rafforzerà in modo significativo la presenza degli Stati Uniti nella regione e consentirà una maggiore sorveglianza dei movimenti terrestri e marittimi”, si legge sull’account X di Aes Info.
Le Monde scrive invece che non si conoscono ancora le linee di questa futura base, il suo personale e la data della sua messa in servizio, “ma questa dovrebbe costituire un nuovo avamposto dell’esercito americano nell’Africa occidentale, dove l’espansione dei gruppi jihadisti saheliani minaccia i paesi del Golfo di Guinea”.
L’American Africa Command (Africom) è stato costretto a rivedere il proprio sistema e a riposizionare il proprio personale nella regione da quando la giunta alla guida del Niger ha chiesto, a marzo, la partenza delle sue truppe dal Paese. Una decisione presa in nome della “sovranità nazionale e degli interessi e delle aspirazioni del popolo”, secondo le autorità di transizione nigerine guidate dal generale Abdourahamane Tiani, che avevano già addotto gli stessi argomenti per chiedere il ritiro delle truppe francesi dal Paese, dopo il colpo di stato del 26 luglio 2023 contro il presidente Mohamed Bazoum. Un accordo per scaglionare la partenza di circa mille soldati americani è stato raggiunto a maggio tra Washington e Niamey.
Le Monde scrive inoltre che “allo stesso tempo, le autorità nigerine stringono un’alleanza con Mosca e accolgono sul loro territorio gli uomini dell’Africa Corps, il nuovo sistema russo in Africa”.