Costretti a migrare invece di andare a scuola

di Raffaele Masto

Quasi un migrante su quattro in Africa è un bambino, più del doppio della media globale. E il 59% dei 6,8 milioni di rifugiati nei paesi africani sono bambini. Per valutare la gravità di questo dato bisogna tenere presente la maggior parte dei migranti africani si sposta all’interno dell’Africa e si tratta di numeri enormi.

Mentre gli arrivi in Europa sono risibili i movimenti in Africa riguardano milioni di persone. Si calcola che tra il trenta e i quaranta milioni di africani non risiedono nel paese in cui sono nati. Le percentuali sui bambini riferite all’inizio vanno calcolate su queste cifre che dimostrano come il fenomeno migratorio interessa enormemente i bambini.

A fronte di questi dati l’Unione Africana ha lanciato “L’anno dei rifugiati, dei rimpatriati e degli sfollati interni” con una serie di interventi e linee guida che prevedono di proteggere i bambini che migrano a causa della violenza, degli abusi, dello sfruttamento e della tratta; di rafforzare le risposte di protezione transnazionale; di porre fine alla detenzione dei bambini per motivi di immigrazione; di tenere unite le famiglie e dare ai bambini uno status legale; di garantire l’istruzione di ogni bambino migrante e sfollato e dare loro accesso alla salute e ad altri servizi di qualità senza discriminazioni basate sul loro status legale; di affrontare le cause di fondo che sradicano i bambini dalle loro case; di promuovere misure per combattere la xenofobia e l’emarginazione.

Insomma un programma enorme per il quale servirebbero investimenti colossali.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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