Tra Medio Oriente, America Latina e Asia, almeno 20 paesi avrebbero già contattato Mosca perché interessati a Sputnik V, il vaccino anticovid messo a punto dalla Russia (anche una figlia di Vladimir Putin se lo sarebbe fatto inoculare) ma non ancora passato al vaglio delle organizzazioni internazionali.
A quanto pare, dell’elenco farebbe parte anche il Kenya. Lo rivela la testata Radio Capital fm, riportando una dichiarazione di Mercy Mwangangi, capo della segreteria amministrativa del Ministero della Sanità. «Lavoreremo di certo con la Russia per assicurarci che il vaccino sia sicuro prima di usarlo», ha detto l’alta funzionaria. Il governo keniota seguirà i protocolli attraverso il Ministero degli Esteri per avere la garanzia che nessun passaggio nella sperimentazione venga saltato. D’altra parte energie e risorse saranno impegnate per accorciare i tempi.
In Kenya fino a questo momento i casi di Covid confermati sono stati 27425.
Il Senegal ha scelto invece di temporeggiare. Ai microfoni di Rfm, una delle emittenti più seguite, il portavoce del Ministero della Salute e dell’Azione Sociale, Mamadou Ndiaye, ha spiegato il perché.
«Non abbiamo ancora effettuato un ordine per alcun vaccino. Innanzitutto, abbiamo bisogno di tutta la documentazione scientifica. E deve prima essere approvato dall’OMS e ratificato con autorizzazioni che vengono chiaramente notificate. Abbiamo le nostre procedure e dobbiamo rispettarle».
In Senegal i casi accertati sono al momento 11.587. Il governo ha da poco deciso di dare una nuova stretta alle misure di confinamento a causa dell’aumento di contagi comunitari.
Sembra che anche altri paesi africani abbiano contattato Mosca, ma al momento in via assolutamente riservata.