di Cèline Camoin
L’Africa sta vivendo il suo periodo di declino più lungo dei casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia. Lo fa sapere, dalla sede di Brazzaville, l’ufficio regionale Africa dell’Organizzazione mondale della Sanità (Oms). Il numero di casi registrati ogni settimana è in calo da 16 settimane, mentre il numero di decessi è diminuito nelle ultime otto settimane.
Le infezioni, in gran parte dovute alla quarta ondata pandemica indotta dalla variante Omicron, sono scese da un picco di oltre 308.000 casi a settimana all’inizio dell’anno a meno di 20.000 casi durante la settimana terminata il 10 aprile 2022. Durante la scorsa settimana sono stati segnalati circa 18.000 casi e 239 decessi, con una diminuzione rispettivamente del 29% e del 37% rispetto alla settimana precedente. Questo basso livello di infezione non era stato osservato dall’aprile 2020, proprio all’inizio della pandemia in Africa.
“Nonostante il calo del numero di infezioni, è essenziale che i Paesi continuino a essere vigili e a mantenere le misure di sorveglianza, inclusa la sorveglianza genomica per rilevare rapidamente le varianti circolanti di Covid-19, migliorare lo screening e intensificare l’immunizzazione”, ha sottolineato Matshidiso Moeti, direttrice dell’ufficio regionale dell’Oms per l’Africa. “Con il virus ancora in circolazione, permane il rischio di comparsa di nuove varianti potenzialmente più mortali e le misure di controllo della pandemia sono essenziali per rispondere efficacemente a una recrudescenza delle infezioni”, ha aggiunto.
Con l’avvicinarsi della stagione molto fresca, che va da giugno ad agosto nell’emisfero sud, il rischio di una nuova ondata di contaminazione è alto. In generale, le precedenti ondate di pandemia in Africa hanno coinciso con temperature più basse, quando le persone rimangono al chiuso e spesso in spazi poco ventilati.
Inoltre, nuove varianti possono influenzare il corso della pandemia. In Botswana e in Sudafrica, i ricercatori stanno conducendo ulteriori analisi di nuove versioni della variante Omicron recentemente identificate in questi paesi per determinare se sono più infettive o più virulenti. Le sottovarianti Ba.4 e Ba.5 rilevate nei due Paesi dell’Africa australe sono state confermate anche in Belgio, Danimarca, Germania e Regno Unito.
Il precedente periodo di calo più lungo del numero di casi di infezione da era stato registrato tra il 1° agosto e il 10 ottobre 2021. Attualmente, nessun Paese sta affrontando una recrudescenza del Covid-19. L’Organizzazione mondiale della sanità considera un Paese in un focolaio quando registra un aumento del 20% dei casi per almeno due settimane consecutive e l’aumento registrato da una settimana all’altra è superiore al 30% o questo aumento è maggiore del picco di infezione settimanale più alto precedentemente raggiunto.
Sulla base della sua attuale guida tecnica, l’Oms esorta i Paesi a soppesare i rischi e i benefici prima di prendere una decisione sull’allentamento delle misure di controllo del Covid-19 e a considerare la capacità dei loro sistemi sanitari, l’immunità delle loro popolazioni al Covid-19, le condizioni sociali nazionali e le priorità economiche. Dovrebbero essere messi in atto sistemi per ripristinare rapidamente queste misure se la situazione epidemiologica peggiorerà.