di Valentina Milani
Gli ultimi cinque anni sono stati “come passare da un incendio all’altro, con appena il tempo di riprendere fiato”, ha detto, nel corso di un intervista con The Guardian, John Nkengasong, il responsabile uscente dell’organismo incaricato di rispondere alle emergenze sanitarie in Africa, ossia il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc). Nkengasong ha gestito prima di tutto la risposta alle epidemie di Ebola e di febbre Lassa, “niente in confronto alla sfida portata dal Covid-19”.
“Prima che i vaccini fossero disponibili, sapevo che sarebbe stata la più grande lotta geopolitica che il continente avrebbe affrontato”, ha spiegato Nkengasong aggiungendo di essere rimasto deluso dalla mancanza di solidarietà globale per garantire un accesso equo ai vaccini.
Passando ad analizzare l’attuale andamento della pandemia, Nkengasong ha detto che, come in gran parte del mondo, i casi in Africa sono diminuiti, ma la pandemia non è finita. Siamo in una “fase pericolosa”, ha detto, durante la quale “la compiacenza o le nuove varianti potrebbero modificare le attuali prospettive”.
Nel corso dell’intervista rilasciata da Addis Abeba via zoom a The Guardian, Nkengasong ha descritto molti “momenti difficili” durante la pandemia. L’Africa ha registrato più di 250.000 morti di Covid, ricorda. Per la stragrande maggioranza degli 1,1 miliardi di persone in Africa, l’accesso al vaccino è stato più difficile che in qualsiasi altra parte del mondo. Circa il 20 per cento delle persone in Africa ha ricevuto almeno una dose di vaccino rispetto al 75 per cento in Europa, ha sottolineato.
“Covax dovrebbe davvero essere un’espressione di solidarietà e cooperazione globale, ma le sfide da affrontare sono molte”, ha sottolineato Nkengasong secondo cui le lezioni non sono state apprese dall’apice dell’epidemia di Hiv negli anni Novanta, quando i Paesi africani hanno lottato per ottenere farmaci vitali.
E proprio in relazione all’Hiv il direttore dell’Africa Cdc precisa che con i sistemi sanitari concentrati sulla lotta alla pandemia, i tassi di Hiv rischiano di aumentare. “Sono entrambe pandemie, ma l’Hiv si sta muovendo più silenziosamente – ha specificato -. È una grande preoccupazione in questo momento. Dobbiamo assicurarci di non avere a che fare con una pandemia e lasciare che un’altra si diffonda in silenzio”.
Il Cdc Africa è stato lanciato nel 2017, all’indomani dell’epidemia di Ebola in Africa occidentale e centrale, dove più di 11.000 persone sono morte tra il 2014 e il 2016. L’organizzazione ha contribuito a rafforzare i sistemi di risposta sanitaria.
The Guardian ricorda che John Nkengasong si prepara a lasciare il Cdc Africa nei prossimi mesi per diventare il responsabile della risposta globale all’Hiv di Usaid, l’agenzia di sviluppo degli Stati Uniti.