Alla fine del 2014 erano 38 milioni i rifugiati nel mondo, in aumento di 4,7 milioni rispetto al 2013 (33,3 milioni). Sono i dati forniti dall’Internal Displacement Monitoring Centre (Idmc),che ieri ha presentato il suo rapporto «Global Overview 2015: People internally displaced by conflict and violence» presso le Nazioni Unite a Ginevra. Il rapporto riguarda le migrazioni forzate che si sono verificate nel 2014 e si basa sui dati forniti da Governi, organizzazioni non governative partner e agenzie delle Nazioni Unite. Questo rapporto fornisce dati e analisi degli esodi interni provocati da conflitti e violenza generalizzata in 60 Paesi e territori.
Per il terzo anno di fila, i dati relativi al numero di persone in fuga all’interno del proprio Paese ha superato il precedente record: il rapporto documenta 11 milioni i nuovi sfollati a causa delle violenze nel 2014. Il Medio Oriente è particolarmente colpito da questa piaga. I civili iracheni sono stati tra le principali vittime dei nuovi esodi interni nel 2014, con almeno 2,2 milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case. E almeno il 40% della popolazione siriana, ovvero 7,6 milioni di persone, è sfollata: il numero più alto al mondo.
Ma in Africa la situazione non è migliorata rispetto agli anni precedenti. Particolarmente toccati il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, la Nigeria e la Somalia. In Sud Sudan, la guerra civile tra il Presidente Salva Kiir e il suo vice Riek Machar ha causato 1.498.200 tra rifugiati all’estero e sfollati interni. Nella Repubblica Democratica del Congo, da vent’anni tormentata dalla guerriglia che destabilizza le regioni orientali, i «displaced» sono 2.756.600. In Nigeria, la campagna di Boko Haram per controllare il territorio e imporre la legge islamica nel nord-est della Nigeria ha spinto 1.075.300 persone a fuggire dalle proprie case. Infine, la Somalia. Nel Paese del Corno d’Africa, che dal 1991 non conosce la pace, 1.106.900 persone sono state costrette a fuggire trasferendosi in altre regioni o all’estero.
Per la prima volta in più di dieci anni, anche l’Europa ha avuto un numero massiccio di esodi, principalmente a causa dalla guerra in Ucraina, che ha costretto 646.500 persone ad abbandonare le proprie case nel 2014.