Croce Rossa, “crisi alimentare per un quarto della popolazione africana”

di claudia

Più di un quarto della popolazione africana ( 346 milioni di persone) sta affrontando una crisi di sicurezza alimentare che porta milioni di famiglie a saltare i pasti ogni giorno, “una situazione di fame allarmante che rischia di intensificarsi nei prossimi mesi”. Questo l’allarme lanciato dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) tramite una nota diffusa ieri nella quale viene specificato che la crisi attraversa tutto il continente, dalla Mauritania e dal Burkina Faso a ovest, fino alla Somalia e all’Etiopia a est.

“Questo è un disastro che passa in gran parte inosservato. Milioni di famiglie stanno soffrendo la fame e i bambini stanno morendo a causa della malnutrizione”, ha detto Dominik Stillhart, il capo delle operazioni globali del Cicr.

Il Cicr ha pertanto fatto sapere che intensificherà le operazioni in dieci Paesi in risposta all crisi in corso, in stretto coordinamento con altri componenti del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, per sostenere altri 2,8 milioni di persone.

“Stiamo aumentando le nostre operazioni in Paesi come Somalia, Kenya, Nigeria, Burkina Faso e molti altri per cercare di aiutare quante più persone possibile, ma il numero di persone che rimangono senza cibo e acqua è impressionante”, ha annunciato Stillhart.

Conflitti, shock climatici come la siccità in Africa orientale e le scarse precipitazioni cumulative in Africa occidentale, l’aumento degli sfollati e l’impennata dei prezzi del cibo e del carburante sono i fattori hanno contribuito alle enormi necessità della regione secondo il Cicr che precisa che a complicare ulteriormente le cose è il fatto che molti dei Paesi colpiti sono ancora alle prese con gli effetti economici negativi della pandemia da Covid-19.

Nella nota viene sottolineato che altre sfide includono l’accesso umanitario limitato alle popolazioni vulnerabili a causa dell’insicurezza, così come il conflitto armato in Ucraina, che ha contribuito all’aumento dei costi di cibo e carburante e a tempi di consegna più lunghi a causa delle interruzioni delle rotte di approvvigionamento.

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