Cyril Ramaphosa è stato eletto nuovo leader dell’African National Congress il partito che da 23 anni guida il Sudafrica. Ramaphosa ha ottenuto 2440 voti al congresso contro i 2261 della sua la sua avversaria Nkosazana Dlamini-Zuma. Come leader dell’Anc, il 65enne Ramaphosa diventerà probabilmente il prossimo presidente del Sudafrica alle elezioni del 2019.
Ricordate la foto famosa della liberazione di Mandela. Lui che cammina tra la folla di militanti e dirigenti dell’Anc, con la mano in quella della moglie Minnie? Alla loro destra c’è un uomo raggiante, in abito scuro. È lui, Ciryl Ramaphosa, il candidato favorito per la successione a Jacob Zuma. Riconosciuto come un formidabile negoziatore e stratega, contribuì a rendere l’Unione Nazionale dei Minatori il più grande ed importante sindacato sudafricano ai tempi dell’Apartheid e giocò un ruolo fondamentale nei negoziati che posero fine al regime di sudafricano e che portarono alle prime elezioni democratiche del 1994.
Poi c’è un altra foto famosa che lo ritrae. È quella di Mandela – che lui chiamava Tata, Papà – che firma la nuova carta costituzionale. Giacca scura, camicia bianca, cravatta rossa e il sorriso del vincitore. In quegli anni cruciali fu il segretario generale dell’Anc. Avrebbe dovuto essere il legittimo successore di Mandela. Ma lui scelse come vice presidente e successore Tabo Mbeki e lui è divenuto un industriale milionario. A farlo vice presidente è stato Jacob Zuma.
Ha un neo: era nel Consiglio di Amministrazione della Lonmin, multinazionale mineraria quando la polizia, chiamata a Marikana dove si stava svolgendo uno sciopero, sparò sui minatori. Ne morirono 34, un massacro peggiore di quelli dell’Apartheid.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)