Meritava di ritrovare nuova vita questo titolo della sudafricana Magona, ora ripubblicato dopo l’edizione del 2005 presso una piccola casa senese (Gorée, non più esistente).
Il romanzo è la lettera scritta dalla mamma di un assassino sudafricano alla mamma della sua vittima: una californiana 26enne trasferitasi a Città del Capo con l’entusiasmo di vivere da vicino la fine dell’apartheid.
Il fatto di cronaca è vero: la ragazza era Amy Biehl e fu uccisa il 25 agosto 1993 in un’esplosione di rabbia “antibianca”. Come sotto fuoco amico. Nei panni della madre di Mxolisi, l’autrice non giustifica il figlio, tutt’al più tenta di spiegare, da madre a madre, qualcosa della rabbia storica di un popolo.
Baldini&Castoldi, 2014, pp. 265, € 16,50